SIMPOSIO
“NEXT GENERATION ANMCO: A NETWORK FOR CLINICAL RESEARCH” LE BASI PER REALIZZARE PROGETTI PER L’ANMCO DEL FUTURO – PARTE SECONDA

di Antonella Spinelli
Progetti di ricerca e sostenibilità del SSN.

Il Prof. Luigi Tavazzi ha aperto la sessione odierna con la lettura metodologica sui trial virtuali, sperimentazioni cliniche che limitano o azzerano la necessità dei pazienti reclutati di afferire a centri di ricerca, utilizzando tutta la tecnologia a disposizione, dagli smartphone, ai più diversi device, all’uso di portali. L’applicabilità pratica dei trial virtuali consiste in un largo numero di pazienti arruolabili, abbattimento delle barriere legate alle distanze, l’inclusione di diverse etnie negli studi clinici, risultati di efficacia e/o fallimento attesi in tempi brevi (1-3 anni). Anche oggi, in continuità con la prima parte della sessione di Next Generation svoltasi ieri, si è parlato dei progetti di ricerca in corso d’opera, nello specifico: “Optimization of antiplatelet therapy in patients affected by Spontaneus Coronary Artery Dissection (SCAD) treated with a conservative management, a nationwide randomized controlled study”. La SCAD rappresenta una causa infrequente (1-4%) di sindrome coronarica acuta, prevalente nel sesso femminile a basso rischio cardiovascolare, di origine non aterosclerotica, caratterizzata dalla compressione del lume coronarico da parte di un falso lume contenente sangue, che può essere generato da un flap intimale o da un ematoma di parete per emorragia dei vasa vasorum. Dagli studi della letteratura, emerge che il miglior trattamento della SCAD non complicata consiste in un approccio conservativo a causa della naturale tendenza a guarire spontaneamente rispetto alla rivascolarizzazione che invece è gravata da un maggior tasso di complicanze e peggiore prognosi a lungo termine. I pazienti verranno arruolati in due bracci, doppia terapia antiaggregante (DAPT) versus singola terapia antiaggregante (SAPT) per un follow-up di 12 mesi. L’obiettivo dello studio è quindi definire quale sarà la migliore strategia terapeutica da adottare. Il secondo progetto di cui si è parlato è “caratteristiche e significato prognostico dello scompenso cardiaco a funzione sistolica recuperata e conservata”. Si tratta di un registro che ha lo scopo di arruolare tale tipologia di pazienti e di stratificarne il rischio sulla base di alcuni biomarcatori quali il BNP, la troponina e ST2 (soluble interleukin 1 receptor-like). Ha concluso la sessione il Prof. Garattini con una lucida lettura sul Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e i problemi a esso connessi. Ha citato al primo posto la prevenzione primaria che nel nostro paese si scontra con il conflitto di interesse dell’industria farmaceutica. Restando in tema farmacologico ha evidenziato come non esista una terapia di genere, e le donne assumono farmaci che sono stati sperimentati negli studi clinici prevalentemente nel sesso maschile, pur con l’evidenza attuale che la malattia della donna è diversa nella sua evoluzione e negli. Nasce quindi l’urgenza di protocolli adeguati in tal senso. Tale proposito non è però attualmente condivisibile dal nostro SSN per il costo insostenibile e spiega anche perché la ricerca italiana ha la metà dei ricercatori della media europea. Infine ha citato il grosso peso burocratico nello svolgimento della pratica clinica e la scarsa integrazione tra la medicina ospedaliera e territoriale, particolarmente evidente durante la pandemia COVID19. L’apertura limitata degli ambulatori di medicina generale per 16 ore a settimana non riesce a garantire un filtro dei pazienti che di conseguenza si recano in pronto soccorso, provocando il noto problema del sovraffollamento. La speranza che il prof ha espresso è che la nuova generazione sia migliore della precedente nell’identificare delle strategie risolutive perché se siamo in tanti a sognare riusciremo a risolvere i problemi.

 

Antonella Spinelli ANMCO
Antonella Spinelli