LO SCOMPENSO CARDIACO AVANZATO VERSO LA SOSTITUZIONE DI CUORE: PROBLEMI IRRISOLTI E QUESTIONI ETICHE

Giovanna Di Giannuario

Venerdì 12 maggio si è tenuto, nella Sala Parco, un Simposio sul trattamento dello scompenso cardiaco avanzato e sulle questioni etiche del fine vita. Ha avviato la sessione la Dott.ssa Frigerio che ha mostrato i dati demografici e terapeutici dello scompenso cardiaco avanzato. I punti critici sono la carenza di donatori di organi e la difficile gestione delle assistenze ventricolari (VAD), che spesso vengono impiantate anche in centri senza un programma di trapianto cardiaco ed in assenza di specifici ambulatori dedicati.

Studi recenti, che supportano un uso precoce dei VAD, hanno dimostrato in questa popolazione una maggiore mortalità per le complicanze legate al VAD stesso (insufficienza del ventricolo destro precoce e tardiva, infezioni della drive line, MOF, trombosi della pompa, sanguinamento gastrointestinale ed insufficienza aortica). Il Dott. Grigioni, partendo da un caso clinico, ci ha illustrato le opportunità terapeutiche alternative ai VAD ed al trapianto cardiaco che riguardano principalmente il trattamento percutaneo delle valvulopatie con particolare riguardo al trattamento della insufficienza mitralica e tricuspidale al fine di migliorare la qualità di vita e ridurre le ospedalizzazioni. Abbandonando la visione cardiocentrica dello scompenso cardiaco, il Dott. Binaghi ci ha illustrato l’interazione tra cuore e funzione renale ed epatica focalizzando l’attenzione sulla una stretta correlazione esistente tra insufficienza cardiaca acuta e cronica ed insufficienza renale.

Nell’ultima relazione il Dott. Castelli ha trattato il problema della gestione del fine vita, argomento un tempo per lo più relegato alla Oncologia ed oggi di nostra amara competenza: circa il 40% delle persone con malattie cardiovascolari sono malati terminali, superando in questo le percentuali dei malati oncologici e con sclerosi sistemiche.

Il paziente cardiopatico terminale presenta importanti difficoltà nella pianificazione del corretto percorso e nell’utilizzo di cure palliative/supportive per i molteplici scenari caratterizzati da comorbidità, fragilità, utilizzo crescente di device e assenza di dati scientifici sul problema. La gestione del paziente con scompenso avanzato, una malattia progressiva con una prognosi infausta, deve infine comprendere una comunicazione adeguata con il paziente e con suoi i familiari.