SIMPOSIO CONGIUNTO
ANMCO-ACC/AHA. NEW WAYS OF FIGHTING DYSLIPIDAEMIAS

di Antonella Spinelli
Terapia di associazione nella riduzione degli eventi cardiovascolari: “The lower the better” oggi è possibile con le nuove molecole.

La sessione odierna si è aperta con il tema dell’epidemiologia delle dislipidemie. Dal 1980 al 2018 è stato evidenziato uno shift del burden colesterolemico, con una maggiore prevalenza nei paesi con basso reddito, particolarmente nel sud-est Asiatico e una riduzione nei paesi ad alto reddito, particolarmente nell’Europa centrale, del nord e dell’est. L’ipercolesterolemia familiare è invece prevalente nell’Europa dell’est. E’ sempre maggiore l’evidenza che il sesso femminile sia una categoria particolarmente colpita dal problema della dislipidemia e che la menopausa, soprattutto la sua comparsa precoce, aumenti il rischio cardio-vascolare e la mortalità per tutte le cause. L’armamentario terapeutico che abbiamo attualmente a disposizione per il trattamento della dislipidemia vede in pool position la statina ad alta intensità. Lo studio DA VINCI presentato nel congresso ESC 2020 ha riportato un basso raggiungimento degli obiettivi di LDL-C per una sostanziale disparità nell’accesso al trattamento ipolipemizzante in tutta Europa, infatti, solo un terzo dei pazienti assumeva statine ad alta intensità e pochissimi ricevevano ezetimibe. Oggi possiamo avvalerci di valide alternative terapeutiche sulla base dell’evidenza che la terapia di associazione riduce ulteriormente i livelli circolanti di C-LDL, correla con il fenomeno di regressione del processo aterosclerotico e di conseguenza con la riduzione degli eventi cardiovascolari. Nel caso quindi in cui la terapia con statine non sia tollerata o non permetta di raggiungere i valori di C-LDL raccomandati dalle linee guida, i farmaci attualmente disponibili includono l’ezetimibe che riduce l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale e gli inibitori della proproteina della convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9-I), cioè degli anticorpi monoclonali umani (alirocumab ed evolocumab) che agiscono a livello extracellulare impedendo l’interazione del recettore LDL (LDLR) con la glicoproteina PCSK9, provocando un accumulo di LDLR sulla superficie cellulare e l’aumento di clearance del C-LDL. La vera innovazione però è nel meccanismo intracellulare che limita la sintesi della proteina PCSK9 grazie all’inclisiran, un acido ribonucleico cha ricopre il ruolo di silenziatore genico interferendo con l’RNA messaggero. La peculiarità del meccanismo d’azione, la via di somministrazione sottocutanea e la frequenza di somministrazione da praticare due volte l’anno, hanno spinto a definirlo come un “vaccino anti-infarto”. Tra le molecole emergenti è incluso l’acido bempedoico, un profarmaco che, attivato selettivamente a livello epatico, è in grado di inibire la sintesi del colesterolo in una tappa enzimatica a monte di quella target delle statine e che, come queste ultime, attraverso un aumento dell’espressione dei recettori epatici per il C-LDL, determina un’aumentata clearance delle LDL plasmatiche. Poiché la sua forma attiva è espressa esclusivamente a livello epatico non ha effetti indesiderati a livello muscolare. La combinazione di acido bempedoico 180 mg-ezetimibe 10 mg contribuisce ad una maggiore riduzione dei livelli di colesterolo LDL rispetto alla monoterapia con i singoli farmaci ed è scevra da effetti collaterali.

 

Antonella Spinelli ANMCO
Antonella Spinelli