MINIMASTER
TERAPIA INTENSIVA CARDIOLOGICA: UPDATE 2022. GESTIONE DEI PAZIENTI CRITICI

di Iside Cartella
La gestione del paziente critico in terapia intensiva cardiologica: quali sono le competenze che il cardiologo deve avere?

La gestione del paziente critico è ad oggi uno dei temi di maggior interesse in ambito cardiologico, come ha testimoniato l’ampia partecipazione al Minimaster che si è tenuto in questa prima giornata di congresso. Numerosi i temi trattati, divisi in due sessioni, moderate dal Dott. Franceso Amico, dal Dott. Vincenzo Amodeo, dalla Dott.ssa Alessandra Chinaglia e dal Dott. Gianserafino Gregori.

La Dott.ssa Alice Sacco ha aperto il Minimaster trattando un argomento su cui si potrebbe parlare per ore: la ventilazione non invasiva (NIV). Nel tempo a disposizione è riuscita, con grande competenza, a regalarci degli stimolanti spunti di riflessione sul tema, soffermandosi in particolare sull’uso della NIV nel contesto dello scompenso cardiaco acuto. La Dott.ssa Sacco ha esordito in maniera quasi provocatoria con un caveat: “la ventilazione non invasiva è difficile e in alcuni contesti può essere anche più difficile di quella invasiva”. Fondamentale è la corretta selezione dei pazienti e delle interfacce, il raggiungimento di una buona sincronia tra paziente e macchina ma soprattutto lo stretto monitoraggio e la gestione proattiva del ventilatore.

La Dott.ssa Doriana Frongillo ha proseguito variando tema e parlando di delirium, argomento sicuramente di grande interesse vista l’alta incidenza nelle nostre terapie intensive. Sono state presentate le diverse opzioni di trattamento, sottolineando l’importanza di considerare sempre come prima scelta i trattamenti non farmacologici.

Altrettando rilevante, per il significativo impatto epidemiologico, è la gestione del paziente febbrile in area critica, argomento discusso dalla Dott.ssa Rita Lucia Putini. La profonda trasformazione e l’evoluzione dei trattamenti intensivi hanno modificato la storia naturale dei pazienti, aumentando notevolmente il rischio di complicanze settiche. Il parametro febbre può essere il primo indice di un peggioramento clinico e richiede per questo un attento monitoraggio.

La prima sessione è stata conclusa dalla Dott.ssa Sacco, che è salita nuovamente sul palco per parlare di uno dei temi forse meno noto in ambito intensivo: la nutrizione. È stato dato un taglio molto pratico alla presentazione e l’argomento è stato sviscerato attraverso l’esposizione di un caso clinico emblematico. Nel contesto della terapia intensiva, in cui spesso i dati di letteratura sono controversi, la nutrizione rappresenta un’eccezione. Gli studi sono estremamente solidi e ci dicono chiaramente che la mortalità decresce progressivamente con l’incremento dell’introito calorico, in particolare proteico. Le decisioni in merito alla nutrizione quindi, devono essere frutto di un attento ragionamento sul paziente e non devono essere considerate secondarie o di minor rilevanza rispetto ad altre scelte terapeutiche.

Dopo una breve pausa il Dott. Paolo Trambaiolo ha aperto la seconda sessione parlando di terapia sostitutiva renale. Il tasso di mortalità legato all’insufficienza renale acuta nel paziente critico è molto alto ma i dati ci dimostrano che un caso su tre potrebbe essere evitato. Il Dott. Trambaiolo ha fornito dei consigli pratici, concludendo la relazione con un caso clinico, sempre molto utile per consolidare i concetti e fornire un esempio di applicazione real-life delle nozioni presentate.

Lo storm aritmico è stato invece il tema della presentazione del Dott. Emanuele Tizzani. Indispensabile è il trattamento e la stabilizzazione in acuto del paziente ma altrettanto importante è delineare il successivo percorso assistenziale di cura. L’inquadramento e la gestione del paziente varia dall’uso dei farmaci antiaritmici, ai trattamenti più o meno invasivi come l’ablazione transcatetere, il blocco percutaneo del ganglio stellato o, se necessario, il supporto al circolo. La valutazione della necessità di riferire il paziente a centri di secondo livello è fondamentale per garantire una gestione corretta e più avanzata dell’aritmia.

La Dott.ssa Luisa Cacciavillani ha proseguito la discussione parlando dei sistemi di assistenza al circolo. Sono stati presentati i tre più diffusi device: contropulsatore aortico, impella ed ECMO (extracorporeal membrane oxygenation). È stato ampiamente sottolineato come l’uso di questi device debba imporre un’idea sul percorso successivo del paziente, in particolare quando si parla di ECMO “bisogna lavorare in team e sapere chiaramente dove si sta andando”. In questo contesto risulta cruciale la selezione dei pazienti, il corretto timing di weaning ma anche l’eventuale decisione di non procedere con i trattamenti.

Il Dott. Fabrizio Delnevo ci ha regalato un’interessante presentazione sulle complicanze emorragiche nel malato intensivo cardiologico. Il corretto bilanciamento tra rischio ischemico ed emorragico è forse uno dei temi più delicati per il cardiologo. Con un approccio molto pragmatico sono stati presentati diversi scenari clinici in cui tali complicanze si possono presentare e sono state fornite delle indicazioni per la corretta gestione del paziente e delle terapie.

La sessione si è conclusa con la relazione del Dott. Stefano Aquilani, variando nuovamente tema e parlando di malfunzionamento e infezioni di pacemaker e defibrillatori impiantati. Gli algoritmi di programmazione dei dispositivi stanno diventando sempre più complessi, scopo della presentazione è stato fornire un focus sulle nozioni indispensabili che ogni cardiologo dovrebbe conoscere, partendo proprio dai concetti base.

Il Minimaster ha rappresentato una interessante occasione di confronto e discussione e ha fatto chiaramente emergere come la gestione del paziente cardiologico stia diventando sempre più complessa. In questo contesto la figura del cardiologo intensivista, con competenze avanzate e specialistiche, risulta fondamentale per una corretta gestione del malato nei diversi scenari clinici.

 

Iside Cartella