Follow-up del cardiopatico cronico: come e chi?

Giulia Russo

In sala Tempio si è svolto il Minimaster sul follow-up del Cardiopatico Cronico, tema interessante e partecipato che ha visto il susseguirsi di relazioni su argomenti che hanno spaziato dal paziente con scompenso cardiaco e disfunzione ventricolare sinistra, al paziente con ICD e CRT, al paziente con cardiopatia ischemica cronica, per finire con il paziente sottoposto a chirurgia di rivascolarizzazione, sostituzione valvolare, TAVI e mitraclip.

La sessione si è snodata in tre blocchi. Il primo gruppo di relatori ha trattato il paziente con disfunzione ventricolare sinistra, scompenso cardiaco e portatore di device focalizzando l’attenzione sulla stratificazione del paziente che deve essere preso in carico tramite l’identificazione di quegli indici di fragilità, come la presenza di segni di persistente scompenso, un BNP elevato pre-dimissione e la presenza di co-morbidità, che possono guidare il clinico ad impostare un follow-up in tempi più ravvicinati per ridurre le re-ospedalizzazioni. Dagli Studi clinici emerge infatti sia che il paziente che viene preso in carico (sia lo specialista cardiologo che il proprio Medico di Medicina Generale) ha un outcome migliore, sia che nei pazienti portatori di ICD/CRT il controllo remoto si dimostra superiore perché permette di non perdere il paziente al follow-up e di identificare precocemente i malfunzionamenti del device.

Il secondo di gruppo di relazioni si è dedicata al paziente sottoposto a rivascolarizzazione percutanea, sia nel contesto della coronaropatia stabile che nella sindrome coronarica acuta, ed a rivascolarizzazione chirurgica. Un impegno importante in questo gruppo di pazienti è l’ottimizzazione degli stili di vita ed il controllo dei fattori di rischio cardiovascolari, mentre oramai le linee guida sono concordi nel riservare i test di induzione a gruppi particolari di pazienti (rivascolarizzazione incompleta, ripresa di sintomatologia). Interessante a tal riguardo la possibilità di un precocissimo follow-up cardiochirurgico con la tecnica flussimetrica che permette, già in sala operatoria, di identificare le occlusioni precoci dei by-pass.

A chiusura del Minimaster il follow-up dei pazienti sottoposti a sostituzione chirurgica valvolare, a TAVI e Mitraclip, condizioni che comportano come obiettivo post-dimissione l’educazione del paziente a riconoscere precocemente i segni clinici di disfunzione protesica che verranno poi confermati attraverso l’esecuzione dell’ecocardiografia. In conclusione, la gestione del paziente con cardiopatia cronica deve essere personalizzata tramite una gestione sempre più multidisciplinare che metta al centro dell’attenzione il paziente e la sua cardiopatia.