MINI SIMPOSIO
INSUFFICIENZA MITRALICA FUNZIONALE

di Alessandra Schiavo

Grande successo ed interesse ha riscosso la sessione dedicata completamente all’insufficienza mitralica funzionale, che ha visto come moderatori il Dott. Stefano Albani e il Dott. Alessandro Parolari.

L’Insufficienza Mitralica (IM) funzionale o secondaria è conseguente ad un’alterazione della geometria del ventricolo, caratterizzata da dilatazione e disfunzione del ventricolo sinistro sia su base ischemica, la più frequente, che non ischemica. Il meccanismo fisiopatologico è legato ad una dislocazione dei muscoli papillari e ad un alterazione dell’equilibrio tra le forze di chiusura della valvola e le forze di tethering.

Esiste anche una forma di IM funzionale secondaria a dilatazione atriale e dell’anulus mitralico, associato ad una geometria normale del ventricolo sinistro.

Come dettagliatamente spiegato dalla Dott.ssa Alessandra Corvelli, per la diagnosi e la quantificazione dell’IM è necessario un approccio con tecniche di imaging integrato. Il gold standard è rappresentato dall’ecocardiogramma, che permette la definizione del meccanismo dell’insufficienza valvolare e la quantificazione della severità. Tra i parametri quantitativi utilizzati per la classificazione dell’IM funzionale fondamentali sono l’EROA (area effettiva dell’orifizio rigurgitante) e il volume di rigurgito, permettendo di classificare l’IM in lieve, moderata o severa.

Nei pazienti con EROA intermedio (20-29 mm2 con un volume rigurgitante 30-44 ml), utile per la stratificazione prognostica e per la migliore definizione della severità della valvulopatia è la valutazione della Frazione di Rigurgito (FR), calcolata come rapporto tra il volume rigurgitante e lo stroke volume (ovvero la differenza tra volume telediastolico e volume telesistolico del ventricolo sinsitro).

Per superare i limiti dell’ecocardiografia, si può ricorrere alla RMN cardiaca che ci consente sia una più accurata quantificazione dei volumi ventricolari ma anche del volume rigurgitante mitralico.

La gestione terapeutica dell’IM funzionale, come spiegato dal Dott. Marco Corda, si basa innanzitutto sulla ottimizzazione della terapia medica per lo scompenso cardiaco, il cui obiettivo è il reverse-remodelling del ventricolo sinistro.

La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) è indicata in presenza di specifiche caratteristiche elettrocardiografiche, nei casi di persistenza di sintomi nonostante terapia medica ottimizzata, essendo efficace nella riduzione del jet di rigurgito mitralico mediante il ripristino una simultaneità nella contrazione bi-ventricolare, migliorando il meccanismo di coaptazione della mitrale.

Le tecniche di riparazione percutanea della mitrale sono state illustrate dal Dott. Franco De Remigis, focalizzandosi poi sulla tecnica di impianto di Mitraclip, attualmente la più diffusa, che permette di riavvicinare i lembi mitralici con l’obiettivo di ridurre l’entità del rigurgito. Può essere considerata nei pazienti non candidabili a chirurgia e senza necessità di rivascolarizzazione coronarica, che siano persistentemente sintomatici nonostante terapia medica massimale, con eventuale CRT se indicata, e che soddisfino i criteri di inclusione dello studio COAPT.

 

Un estratto dalla presentazione del Dott. De Remigis.

La sessione si è conclusa con la presentazione da parte del Dott. Andrea Montalto di quelle che sono le principali alternative chirurgiche nel trattamento della valvulopatia mitralica, dalla valvuloplastica alla sostituzione valvolare, quest’ultima da preferire nei casi in cui sia dimostrata una vitalità miocardica residua candidabile a rivascolarizzazione chirurgica.

 

Alessandra Schiavo