MINI SIMPOSIO
CONTINUITÀ DELLE CURE OSPEDALE-TERRITORIO DOPO LA PANDEMIA: ABBIAMO IMPARATO QUALCOSA?

di Iside Cartella
Una discussione sull’importanza della gestione integrata del paziente cardiologico e sulla collaborazione tra specialisti ospedalieri e territoriali.

La pandemia da COVID-19 ha avuto nel corso degli ultimi anni un impatto disastroso sul sistema sanitario ed economico e ha riportato duramente il tema della salute pubblica al centro di molti dibattiti.

Il tema è stato protagonista del Mini Simposio che aveva come oggetto l’integrazione tra ospedale e territorio.

Quello che è accaduto durante e dopo la pandemia è ormai risaputo, ma è meno noto quali fossero i dati prima del 2020. La Dott.ssa Antonia Alberti ha saputo iniziare la sua presentazione con un approccio interessante, mostrando proprio questi dati e sottolineando come molto prima della pandemia fossero emerse già crescenti criticità nell’accesso ai servizi, con una tendenza a ricorrere al ricovero ospedaliero in sostituzione o a complemento delle prestazioni sociosanitarie. Un’attività territoriale disorganizzata e frammentata non favorisce il mantenimento dei risultati ottenuti durante il ricovero ospedaliero, con conseguente richieste inappropriata di visite specialistiche e con un aumento delle liste di attesa. In questo contesto, le malattie cardio e cerebro-vascolari occupano un ruolo estremamente rilevante, poiché rappresentano il 14.3% di tutti i ricoveri ospedalieri. La collaborazione tra specialisti territoriali, ospedalieri e medici di medicina generale assume quindi in ambito cardiologico un ruolo particolarmente importante. Una rivalutazione del concetto di “presa in carico” è necessario, per andare verso una gestione veramente integrata del paziente.

Il Dott. Roberto Bonmassari ha proseguito trattando un altro tema molto attuale: la telemedicina. Un aspetto ormai ampiamente consolidato della medicina digitale è il ruolo del monitoraggio da remoto, per esempio nel campo dell’elettrofisiologia, come strumento con un enorme potenziale per la gestione del paziente aritmico. Ma questo campo è ancora in crescente evoluzione e nuovi strumenti si stanno affermando anche nell’ambito dell’insufficienza cardiaca, per esempio con i sistemi di monitoraggio da remoto della pressione polmonare. Il Dott. Bonmassari ha voluto ricordare che quando si parla di telemedicina, è sempre importante considerare l’aspetto medico-legale della gestione del paziente e il sistema di rimborso delle prestazioni sanitarie. Infine, per riportarci con i piedi per terra, ha mostrato i dati del “mondo reale”, purtroppo al momento ancora molto deludenti, portando come esempio il fascicolo sanitario elettronico.

Il compito di concludere il Mini Simposio è stato dato al Dott. Pietro Scicchitano. La patologia aterosclerotica, ci ha ricordato, è la prima causa di morte a livello globale, ma ancora in Italia, dal 30 al 60 % dei pazienti cardiologici non viene trattato in maniera adeguata. Questo è vero se si parla di prevenzione cardiovascolare, ma dati ancora peggiori esistono per quanto riguarda il trattamento farmacologico e l’aderenza alle terapie, in particolare se consideriamo le tanto temute statine. Interrompere i farmaci corrisponde ad un aumento significativo della mortalità e la gestione integrata con il territorio risulta per questo fondamentale. Il Dott. Scicchitano ha presentato gli interessanti dati del progetto di integrazione territoriale “Apulia Ponte Project”, il cui scopo è valutare, nei pazienti dopo sindrome coronarica acuta, l’impatto che l’adozione di un programma di collaborazione tra ospedale e territorio può determinare sulla persistenza ai trattamenti raccomandati e sugli outcome a lungo termine. I dati raccolti finora sono molto promettenti e dimostrano un significativo aumento dell’aderenza alle cure.

È ormai chiaro come una gestione integrata ospedale-territorio sia fondamentale per migliorare l’efficienza delle cure e la gestione del malato cardiologico.

 

Iside Cartella