MINI SIMPOSIO – la terapia ipocolesterolemizzante: stato dell’arte e novità

di Giuseppe Parisi

Primo relatore di questo Simposio il dottor Leonardo De Luca che ci parla della terapia nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. I target LDL sono stati ridotti nelle ultime linee guida fino a 55 mg/dl nei pazienti a rischio molto alto e 40 mg/dl nei frequent flyer. Utilizzo precoce delle statine ad alta intensità con eventuale aggiunta di ezetimibe ed eventualmente inibitori PCSK9 rappresenta la flow-chart abituale.

Il Registro START ANMCO partito nel 2018 mostra come un approccio terapeutico combinato sia presente in una percentuale subottimale dei pazienti ad alto rischio. Il target era raggiunto in meno del 40%. Altra considerazione derivante da questo registro è una scarsa attenzione nella variazione quantitativa e qualitativa della terapia statinica nel follow up ad un anno. In conclusione, nei pazienti ad elevatissimo rischio non c’è ancora un trattamento adeguato e le terapie combinate previste sono utilizzate in pochissimi casi. Abbiamo dunque necessità di nuove strategie e trattamenti per il raggiungimento dei target auspicabili.

Secondo intervento del dottor Claudio Bilato che ci illustra la sua relazione sulle terapie combinate. La strategia stepwise che ci consigliano le LG è corretta? Probabilmente dovremmo raccomandare la terapia combinata già in fase iniziale. Se vogliamo una combo-therapy dobbiamo utilizzare farmaci con medesima farmacocinetica, meno effetti avversi, maggiore tollerabilità. Il cambio di paradigma potrebbe partire dall’utilizzo di ezetimibe e statine a cui associare in un secondo momento inibitori di PCSK9.

Seguono interessanti casi clinici di pazienti con rischio cardiovascolare molto alto con progressiva ottimizzazione della terapia con statina, ezetimibe, inibitori di PCSK9 e acido bempedoico, quest’ultimo necessario per il raggiungimento del target sotto i 55-40 mg/dl.

Chiude questa sessione il Presidente ANMCO Furio Colivicchi che ci parla di una nuova opzione terapeutica ovvero l’acido bempedoico. Appartiene ad una nuova classe di ipocolesterolemizzanti che inibisce ATPcitratoliasi. Si tratta di un profarmaco che è convertito in farmaco da un isoenzima presente solo a livello epatico e non a livello muscolare eliminando il principale effetto collaterale delle statine. L’effetto che possiamo ottenere con acido bempedoico in monoterapia con dosaggio 180 mg riduce i livelli di LDL del 30%; combinato con ezetimibe supera il 45%, in aggiunta a statina ed ezetimibe raggiunge il 60% come evidenziano gli studi CLEAR Harmony e CLEAR Serenity. Unico effetto collaterale riscontrato è, in soggetti predisposti, l’incremento di acido urico con eventi acuti gottosi.

Di seguito la flow chart aggiornata sull’utilizzo dei farmaci ipocolesterolemizzanti.

 

 

Giuseppe Parisi