Meet the expert – l’ecografia del torace per il cardiologo

di Giovanna Di Giannuario
L’ecografia toracica è uno strumento molto utile, versatile ed a basso costo per il cardiologo clinico, in vari scenari clinici diventa un arma diagnostica fondamentale per dirimere la diagnosi del paziente.

Nella prima giornata si è tenuto in sala Squero il corso con esperti di ecografia toracica.

L’ecografia toracica è uno strumento che, anche grazie all’emergenza Covid, ha assunto negli ultimi anni un ruolo importante nella gestione del paziente cardiopatico e soprattutto nel setting dell’emergenza-urgenza cardiovascolare.

Ha aperto i lavori con una lezione magistrale il Dottor Trambaiolo, che ha illustrato come eseguire un’ecografia polmonare, quali sonde utilizzare ed in quali settori toracici eseguire un esame polmonare completo standard. Ha spiegato quali sono le immagini che possiamo trovare nel parenchima polmonare partendo dai reperti normali fino al polmone con edema polmonare, inoltre ci ha mostrato come valutare la contrazione del diaframma, che è uno dei muscoli fondamentali per la funzione respiratoria.

Il Dottor Usmiani ha spiegato quali parametri esaminare per valutare un quadro di congestione polmonare. Lo stato di congestione del paziente può essere studiato andando a valutare la vena cava inferiore, la vena giugulare e le comete nel parenchima polmonare, tali valutazioni servono in acuto per la diagnosi eziopatogenetica e poi per seguire la strategia terapeutica diuretica del paziente.

Il Dottor Marini ha mostrato come valutare il versamento pleurico, che è un reperto clinico presente in più del 60% dei pazienti in terapia intensiva. L’ecografia toracica è utile per definire l’entità, la localizzazione e la qualità del versamento pleurico, ed è fondamentale inoltre per l’esecuzione della toracentesi.

Il Dottor Citarelli ci ha illustrato la diagnosi ecografica toracica dello pneumotorace, partendo dalla patogenesi dello pneumotorace ha spiegato il quadro ecografico. L’ecografia polmonare ha una sensibilità maggiore ed una specificità simile all’Rx torace nella diagnosi di pneumotorace, permette inoltre di eseguire in maniera sicura il trattamento terapeutico con catetere o con ago in caso di necessità, di evitare le complicanze del trattamento terapeutico.

La dottoressa Liccese ha spiegato la valutazione ecografica del quadro polmonare interstiziale illustrando le differenze tra edema polmonare e polmonite interstiziale. Le linee B sono un segno molto sensibile ma poco specifico di pneumopatia da ispessimento interstiziale. È necessaria una corretta interpretazione del quadro, valutando la distribuzione non omogenea delle linee B e la presenza di altri segni ecografici come anomalie pleuriche e sub-pleuriche, aree di consolidamento e assenza di versamento pericardico, che possano orientare verso la natura «pneumogena» delle linee B.

Ha concluso l’interessante sessione il dottor Caserta che ha parlato dell’ecografia polmonare nella diagnosi polmonare ed in particolare nella polmonite interstiziale da Covid 19. Ci ha descritto inizialmente i segni ecografici da cercare nella polmonite in era pre-covid e poi i reperti tipici della polmonite interstiziale da Covid, mostrando come l’ecografia polmonare sia stata fondamentale, nella diagnosi in vari setting: triage, dipartimento di emergenze, medicina del territorio e di base, nei casi dubbi ed inoltre del ruolo fondamentale nel monitoraggio della terapia e del quadro evolutivo della patologia in terapia intensiva.

Possiamo concludere che queste lezioni sull’ecografia toracica hanno spiegato le basi tecniche ed i quadri diagnostici degli scenari clinici più importanti, che rappresentano uno strumento utile per la diagnosi e la cura del paziente cardiopatico con patologia pneumotoracica, e di cui tutti noi cardiologi dovremmo avere delle basi.

Giovanna Di Giuannuario ANMCO
Giovanna Di Giuannuario