MAIN SESSION
STUDI CLINICI ANMCO

di Nicolina Conti
Blitz-AF cancer, COPE, EMPA-kidney: lo stato dell’arte degli studi clinici ANMCO.

La mattina della terza e conclusiva giornata del 53° Congresso Nazionale ANMCO si è aperta con la tradizionale sessione “Studi clinici ANMCO”, tenutasi nella bellissima Sala Anfiteatro. Il Presidente ANMCO Dott. Furio Colivicchi insieme al Prof. Michele Massimo Gulizia ha moderato questa sessione che ha presentato i dati emersi dai principali studi clinici recentemente pubblicati o ancora in corso.

Il Prof. Gulizia ha aperto i lavori e ci ha parlato di uno studio ongoing: il BLITZ-AF Cancer. È uno studio multicentrico osservazionale internazionale condotto in pazienti con FA e cancro diagnosticato entro 3 anni dall’arruolamento, con obiettivo di raccogliere informazioni aggiornate sulla epidemiologia clinica e con un focus sul trattamento antitrombotico e sul suo eventuale impatto sugli eventi ischemici/emorragici e su parametri di economia sanitaria. Altro obiettivo è validare gli score CHA2DS2-VASc ed HAS BLED in questo gruppo di pazienti, che hanno notoriamente più alto rischio ischemico ed emorragico e sono difficilmente equiparabili ai pazienti arruolati negli altri trial clinici. Sono stati arruolati 1514 pazienti (971 in Italia), oltre il 60% di sesso maschile, quasi il 50% di età > 75 anni, FE media 56%. Meno di un quinto dei soggetti ha storia di HF o ACS. Per quanto riguarda gli eventi ischemici, circa 30% di stroke ischemici/TIA a fronte di elevate percentuali di sanguinamenti minori e maggiori (rispettivamente 60% e 35% circa). La maggior parte dei pazienti aveva un CHA2DS2-VASc > 2 (media 3.2 e mediana di 3). Quasi il 40% aveva sintomi correlati alla FA. Le neoplasie più frequenti sono risultate polmone, colorettale e mammella; più del 30% dei pazienti avevano metastasi. Circa il 50% della popolazione ha avuto diagnosi di FA entro 1 anno dalla diagnosi di neoplasia. 34% permanente, quasi 50% tra parossistica e primo episodio. Al basale il 50-60% dei pazienti assumeva trattamento anticoagulante, con aumento della percentuale in dimissione. Inoltre, alla dimissione si è ridotto il trattamento con VKA e si è incrementato l’utilizzo di DOAC (soprattutto Edoxaban).

Il secondo progetto di ricerca è stato presentato dalla Dott.ssa Cecilia Becattini: lo studio COPE, che focalizza l’attenzione sulla embolia polmonare (EP). Negli ultimi decenni la pratica clinica nella gestione di questa patologia è fortemente cambiata grazie all’introduzione di nuove strategie terapeutiche, diagnostiche e di stratificazione prognostica che hanno portato a una riduzione della mortalità.

Lo studio COPE è stato promosso pertanto per descrivere le strategie di gestione contemporanee per quanto riguarda diagnosi, stratificazione del rischio, ospedalizzazione, trattamento ed ottenere informazioni circa mortalità intraospedaliera e a 30 giorni e aderenza alle linee guida della Società Europea di Cardiologia.

In questo studio prospettico, non interventistico, multicentrico di 182 centri italiani (40% cardiologie, poi medicina interne e medicina d’urgenza) sono stati finora arruolati complessivamente 5.243 pazienti, facendone il più grande registro esistente sull’argomento. È interessante notare che l’età media è di circa 70 anni, quasi il 30% ultraottantenni. Dallo studio emerge che lo spettro dei fattori di rischio sta cambiando: più del 30% ha una neoplasia e oltre il 20% ha subito un allettamento di più di 3 giorni nelle ultime 4 settimane. La dispnea rimane la manifestazione clinica più frequente. Per quanto riguarda la diagnosi il 96% dei pazienti ha una diagnosi con angio-TAC del torace, il 97% riceve un ECG e l’80% è stato valutato con il dosaggio del D-dimero a prescindere dalla probabilità clinica. Più dell’80% dei pazienti riceve un test di stratificazione prognostica, di cui oltre l’80% esegue un ecocardiogramma. Secondo lo Score PESI 33% a basso rischio, la gran parte dei pazienti (63%) ha rischio intermedio, solo 3% ad alto rischio. Oltre il 90% ha ricevuto un farmaco parenterale, 50% eparina a basso peso molecolare, rivascolarizzazione trombolisi o trombectomia nel 5%. Durante il ricovero il 50% riceve terapia con NAO e solo il 5% VKA. Il 75% viene dimesso con un NAO (rivaroxaban al primo posto, seguito da apixaban), riflettendo il cambiamento epocale di gestione dei pazienti. Per quanto riguarda l’outcome clinico: mortalità intraospedaliera 3%, a 30 giorni 5%. Il 22% dei pazienti instabili muore a 30 giorni. Qualcosa in più va fatta nel rischio intermedio, dove il 7% muore a 30 giorni. Lo sforzo è migliorare il modello di stratificazione prognostica nei pazienti a rischio intermedio.

Il simposio è stato concluso con la presentazione delle caratteristiche dello studio EMPA-Kidney da parte del Dott. Roberto Pontremoli. Si tratta di un trial clinico internazionale diretto dalla Università di Oxford di cui il Centro Studi ANMCO svolge attività di coordinamento dei centri di nefrologia italiani. Obiettivo di questo studio randomizzato è confrontare empagliflozin 10 mg vs placebo, somministrati in aggiunta alla terapia standard, in oltre 6.600 pazienti con insufficienza renale cronica, diabetici o non diabetici. Endpoint primario è morte cardiovascolare o progressione della malattia renale. Vi sono poi una serie di endpoint secondari clinici, in particolare le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Caratteristiche basali della popolazione: più del 50% non diabetici, valori pressori buoni ma non ottimali, distribuzione uniforme tra le varie fasce di eGFR ed albuminuria, terapia antiaggregante nel 35% e RAASI nell’85%, antidiabetico principale è l’insulina (55%).

EMPA-Kidney è il più grande studio di intervento condotto in nefrologia. Avremo molte informazioni anche su pazienti con nefropatie specifiche e con eGFR < 20 ml/min, con o senza albuminuria. Lo studio è stato interrotto alcune settimane fa per eccesso di beneficio del farmaco. Presto avremo i risultati che sicuramente cambieranno la pratica clinica.

La sessione si è conclusa con una vivace tavola rotonda a cui hanno preso parte il Presidente ANMCO Dott. Furio Colivicchi, il Dott. Claudio Fresco (Presidente del Comitato Etico Unico Regionale Friuli-Venezia Giulia), il Prof. Michele Massimo Gulizia (Presidente della Fondazione Per il Tuo Cuore HCF Onlus), il Prof. Aldo Pietro Maggioni (Direttore del ANMCO Research Center), il Dott. Nicola Magrini (Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco), il Dott. Nello Martini (Presidente Fondazione Ricerca e Salute), il Dott. Fabrizio Oliva (prossimo Presidente ANMCO) e il Dott. Marco Zibellini (Direttore Direzione Tecnico Scientifica di Farmindustria).

Si è discusso a lungo sulle modalità di esecuzione del piano quadriennale per la ricerca in ANMCO. Il Centro Studi ANMCO è riconosciuto come Ente di Ricerca di eccellenza in ambito cardiovascolare e ha condotto studi che hanno reso celebre la Cardiologia italiana nel panorama internazionale. La pluralità e eterogeneità degli studi presentati dimostrano ancora una volta la vitalità delle nostre iniziative: ANMCO non significa solo divulgazione scientifica, ma anche ricerca.