IL DOCUMENTO ANMCO SULLE RETI DELL’EMERGENZA CARDIOLOGICA

Giulia Russo

La sessione relativa al Documento ANMCO sulle reti dell’emergenza-urgenza ha preso in considerazione le patologie cardiache acute per le quali il tempo è sopravvivenza e per le quali è quindi indispensabile creare ed attivare delle reti coinvolgendo il sistema di emergenza per ottimizzare i tempi e garantire al paziente, qualsiasi sia il suo punto di ingresso, equità di presa in carico e di trattamento.

Nella prima relazione, il Dott. Antonio Francesco Amico ha illustrato come il concetto di rete, che nasce per l’infarto miocardico acuto a sopraslivellamento del tratto ST, nell’assioma di centro hub e spoke, abbia visto nel tempo cambiare la sua unidirezionalità in bidirezionalità.

Si sono quindi susseguite le relazioni del Dott. Pasquale Caldarola sulle sindromi coronariche acute, del Dott. Carlo D’Agostino sull’embolia polmonare, del Dott. Marco Di Eusanio sulle sindromi aortiche acute, della Dott.ssa Serafina Valente sullo shock cardiogeno e del Dott. Maurizio Santomauro sullo storm aritmico e l’arresto cardiaco extraospedaliero.

Nella sindrome coronarica acuta la criticità riguarda quel 50% di pazienti che arriva fuori dal sistema di emergenza, il che condiziona un ritardo nel trattamento che correla con la mortalità. La campagna europea ‘Stent for Life’ ha sensibilizzato la popolazione. Per l’embolia polmonare c’è ancora una elevata mortalità precoce ed in tale setting la rete è poco sviluppata: dalla carenza di un sistema efficace e dalla minor esperienza (ad esempio sulla su angiografia polmonare) dei centri hub deriva la necessità di creare un pulmonary embolism response team (PERT).

L’ANMCO ha recentemente pubblicato un Documento sul follow-up dopo embolia polmonare. Nel caso delle sindromi aortiche acute, per le quali la organizzazione della rete è ancora molto disomogenea tra le regioni, la partita si gioca nelle prime ore ed è indispensabile la stretta collaborazione di tutti gli operatori, lo sharing dell’imaging, e la rapida collaborazione con i centri di esperienza cardiochirurgica.

Nello shock cardiogeno così come nello storm aritmico la rete parte dal territorio e la necessità è quella di assistere il circolo nel caso di shock e quella di eseguire un ECG in caso di storm aritmico con il rapido trasferimento del paziente in un centro di riferimento per la terapia più appropriata. La creazione di una rete per le patologie acute, dove il fattore tempo è vita, è dunque essenziale ed irrinunciabile.