LETTURA
DOVE ERAVAMO RIMASTI? UN ANNO DI… SCOMPENSO

di Giovanni Amedeo Tavecchia
Ripercorriamo con il Professor Iacoviello il ruolo delle gliflozine nella gestione del paziente affetto da insufficienza cardiaca.

È trascorso meno di un anno dalla pubblicazione delle ultime Linee Guida ESC sullo scompenso cardiaco, documento rivoluzionario che ha apportato molteplici novità nella gestione del paziente affetto da insufficienza cardiaca. In sala Agorà, con la moderazione del Dott. Manlio Cipriani, si è tenuta una interessante Lettura del Professor Massimo Iacoviello che ha ripercorso le principali innovazioni introdotte lo scorso agosto, con particolare attenzione al vero game changer di queste linee guida: gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio tipo 2 (SGLT2i).

La storia degli SGLT2i è stata definita come una nuova “serendipity”, termine che indica la scoperta casuale di qualcosa durante la ricerca di qualcos’altro. Questa è una definizione più che mai adatta per gli SGLT2i, considerando che, nel corso di pochi anni, sono passati dall’essere semplici farmaci glicosurici di pertinenza diabetologica ad agenti con potente effetto protettivo cardio-nefrovascolare. Grazie agli studi DAPA-HF ed EMPEROR-REDUCED, è stato radicalmente modificato uno schema terapeutico obsoleto e basato su una logica stepwise. Per la prima volta abbiamo compreso l’importanza di introdurre rapidamente tutte e 4 le classi farmacologiche (ARNI, beta-bloccanti, anti-aldosteronici e SGLT2i) per sfruttarne le singole proprietà in modo sinergico e massimizzare il beneficio clinico. Da qui la necessità di comprendere quale sia la sequenza migliore di introduzione dei 4 farmaci. Milton Packer e John McMurray hanno proposto uno schema rivoluzionario basato sull’introduzione in prima battuta di beta-bloccanti e SGLT2i e, a seguire, di ARNI e anti-aldosteronici. Tuttavia, il Prof. Iacoviello ha sottolineato l’importanza di non vincolarsi troppo agli schematismi per non perdere di vista l’obiettivo principale: l’introduzione rapida di tutti e 4 i farmaci. Nello specifico, l’utilizzo precoce di SGLT2i riesce a garantire un beneficio clinico già dopo pochi giorni di trattamento, come si può notare dalle curve Kaplan-Meier degli studi DAPA-HF ed EMPEROR-REDUCED. Anche nel contesto dello scompenso cardiaco acuto stanno emergendo risultati promettenti. I risultati del trial EMPULSE supportano la possibilità di utilizzo di Empagliflozin già durante la fase “acuta”, permettendo di garantire la rapida implementazione dei 4 farmaci disease modifying dello scompenso durante l’ospedalizzazione. Tuttavia, è opportuno considerare che la rapida implementazione dei 4 farmaci, in particolare l’introduzione precoce e consensuale di ARNI e gliflozine, potrebbe non essere tollerata per i possibili effetti additivi su volemia e funzione renale. Per concludere, sono stati presentati i risultati rivoluzionari dello studio EMPEROR-PRESERVED che per la prima volta ha documentato l’efficacia di un farmaco nel contesto di pazienti affetti da scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata.

 

È proprio il caso di dirlo, le cose migliori accadono sempre per caso!

 

Giovanni Tavecchia ANMCO
Giovanni Amedeo Tavecchia