La cardiologia negli ospedali e nel territorio

di Giovanna Di Giannuario

In sala Agorà si è tenuto il simposio sulla cardiologia negli ospedali e nel territorio, ha iniziato i lavori la dottoressa K. Petropulacos parlando delle reti in Emilia-Romagna, come modello generale di funzionamento. La rete prevede 3 elementi: 1) l’importanza delle relazioni tra i singoli nodi, 2) l’appropriatezza organizzativa, 3) la collaborazione interprofessionale. La regione Emilia-Romagna si è organizzata dal 2002 con un sistema di rete hub e spoke (HeS). Il primo modello è stata la rete cardiologica per l’emergenza urgenza dello STEMI che ha ridotto la mortalità e la morbidità aumentando l’accesso precoce per la PTCA primaria.

L’evoluzione del sistema HeS prevede l’integrazione con il territorio, il rientro del paziente dall’ospedale al territorio, la relazione tra ospedali a diversa complessità e la mobilità degli operatori. Dalla rete emergenze urgenze per STEMI e NSTEMI si è passati alla cronicità per lo scompenso e alla gestione della cardiopatia ischemica post-acuta, con lo sviluppo delle case di salute e di comunità. Nel futuro ci sarà la necessità di rivedere l’integrazione dell’ospedale con cure territoriali intermedie e domiciliari, che potrà giovarsi dell’innovazione digitale.

Il dottor Navazio ci ha parlato dell’organizzazione del modello del dipartimento cardiovascolare che presenta dei limiti e dei vantaggi. Il DC è costituito da strutture aggregate per la specifica attività, rappresenta uno strumento di efficienza.

Si ipotizzava un dipartimento strutturale dotato di autonomia gestionale per attribuzione di risorse e responsabilità di gestione, con responsabilità di programmazione.

Il dipartimento funzionale si caratterizza per strutture accomunate dalla stessa funzione.

Il DC è difficilmente attuabile nella realtà, o un DC intra ospedaliero come monade, o inter-ospedaliero o trans-ospedaliero ed interaziendale. Forse la cosa ideale è la integrazione tra dipartimenti e Reti, con obiettivi di risultato e sviluppo dei PDTA per l’accesso alle cure. Uno dei modelli più completi è quello di Bennet del 2015 con molteplici elementi. C’è bisogno di innovazione e di integrare il dipartimento con le reti per offrire ai pazienti una cura di valore.

Il dottor J. Polimeni ha parlato della sua esperienza in diversi ospedali, ha affermato che oggi le organizzazioni necessitano di un approccio multidisciplinare e di una integrazione con il territorio. L’Italia ha un territorio lungo e complesso, le aziende sono diverse, vanno utilizzate risorse, spazi, know-how, il dipartimento comunque è un elemento centrale. Con il nuovo piano di resilienza e resistenza PNRR si deve procedere verso una innovazione con un’integrazione transmurale dei dipartimenti cardiovascolari con il territorio e con altri dipartimenti in particolare quello farmaceutico.

La Dott.ssa Pavan ha concluso la sessione parlando della integrazione tra dipartimento e territorio se è un sogno irrealizzabile? Sicuramente la riduzione dei posti letto, la carenza del personale, l’eterogeneità tra le regioni e l’arrivo del Covid sono fattori che rendono difficile l’integrazione tra DC e territorio.

Il PNRR prevede la riforma dei sistemi sanitari di prossimità, la presa in carico della persona anziana a domicilio, un investimento per ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero. Sono fattori necessari per il PNRR il decollo del fascicolo sanitario, l’investimento sulla ricerca e la formazione del personale in campo digitale e gestionale. Inoltre, è importante la centralità di fare rete tra servizi territoriali, il medico di medicina generale, la rete ospedaliera, e la verifica dei risultati. Stabilire un patto di cura condiviso con il cittadino e i suoi eventuali caregiver.

I LEA prevedono di identificare i livelli essenziali di assistenza, di determinare il tempo di durata delle prestazioni, di implementare la professionalità degli operatori e la disponibilità delle prestazioni.

La telemedicina a causa del Covid si è sviluppata molto, con la televisita ed il teleconsulto, sono inoltre essenziali per far evolvere processi, competenze e modelli di cura, superare le frammentazioni, punti di criticità sono quelli legali e la privacy.

Dopo il Covid una delle criticità più importante è l’impoverimento della popolazione povera, ove spesso chi ha più bisogno meno riceve.
È stato proposto che i medici della medicina generale debbano cambiare volto, diventare dipendenti pubblici con obiettivi di risultato ed essere assistiti da un infermiere.
Un punto importante è anche il cittadino che deve avere diritti e doveri, e deve partecipare attivamente al patto di salute.

Il punto più importante è sicuramente il capitale umano, che riesca a stabilire una interconnessione tra ospedale e territorio che preveda la cooperazione verso obiettivi comuni la mission della salute.
Nella discussione finale è emerso quanto sia importante l’integrazione tra il DC e il territorio, attraverso la telemedicina, con lo sviluppo del capitale umano e con reti trasversali integrate, stabilendo un patto di cura con il cittadino e avendo obiettivi comuni.

Giovanna Di Giannuario ANMCO
Giovanna Di Giannuario