Ipertensione Polmonare: Update

Ilaria Bassi
Luciana D'Angelo, ANMCO 50

A parlarci di ipertensione polmonare nella ultima giornata di Congresso, sono stati la Dott.ssa Laura Scelsi (Pavia), il Dott. Marco Vatrano (Catanzaro) e la Dott.ssa Luciana D’Angelo (Milano). Partendo da quello che dicono le Linee Guida, per la diagnosi di ipertensione polmonare serve innanzitutto il sospetto clinico. La prima arma diagnostica a disposizione del cardiologo clinico è l’ecocardiogramma, e proprio di questo ci ha parlato la Dott.ssa Scelsi: è possibile già dalle informazioni ottenibili con questo esame differenziare l’ipertensione polmonare pre e post-capillare e come? Attraverso una accurata valutazione non solo della funzione sistolica e longitudinale del ventricolo destro ma anche della funzione diastolica del ventricolo sinistro e delle misurazione delle pressioni di riempimento. Se il fenotipo clinico ed ecocardiografico sono il punto di partenza per il giungere alla diagnosi di ipertensione polmonare, di fatto è il cateterismo destro lo strumento che permette la diagnosi certa e che fornisce informazioni, mediante test di vasoreattività, circa le potenziali opzioni terapeutiche. Ma cosa è veramente cambiato dalle Linee Guida del 2004 sino alle ultime del 2015? La classificazione eziologica, la raccomandazione nell’inviare i pazienti con ipertensione polmonare ad un centro esperto e la stratificazione del rischio. Cosa cambierà in quelle future? L’introduzione della terapia combinata precoce nei pazienti con diagnosi di ipertensione polmonare di tipo 1. Cosa invece non è cambiato? I tempi alla diagnosi (2.8 anni circa) e la mortalità. Per far fronte a questi due problemi si potrebbe intervenire, da un lato, con percorsi diagnostici più celeri e mirati per quei pazienti ad alto sospetto clinico, e dall’altro, attraverso una terapia mirata ed un follow-up clinico-strumentale nel quale re-stratificare il rischio del malato, in modo tale da poter prendere i dovuti accorgimenti terapeutici.