Il contributo ANMCO agli studi ISCHEMIA e COLCOT

Aldo Pietro Maggioni
Ancora una volta la comunità dei cardiologi ospedalieri ANMCO ha contribuito a studi internazionali che cambieranno le Linee Guida

Nonostante nelle ultime decadi i trattamenti raccomandati in prevenzione secondaria si siano arricchiti di trattamenti farmacologici e non farmacologici utili a ridurre l’incidenza di morte cardiovascolare, re-infarto e eventi cerebrovascolari non fatali, le analisi di epidemiologia clinica, basate su studi osservazionali e/o dati amministrativi, evidenziano che ancora molto c’è da fare per migliorare l’outcome dei pazienti sopravvissuti a un evento aterotrombotico. Le attività di ricerca che la nostra associazione porta avanti in questo ambito seguono fondamentalmente due percorsi: (a) il monitoraggio della pratica clinica attraverso studi osservazionali (buoni esempi sono i recenti studi STAR, POSTER e MATADOR, quest’ultimo sarà presentato nell’ambito della Main Session “Studi Clinici dell’ANMCO”, sabato 29 agosto alle ore 14.00) con l’obiettivo di indirizzare verso un miglioramento della qualità delle cure; (b) la partecipazione a studi clinici controllati di grande rilevanza internazionale con l’obiettivo di valutare l’efficacia di nuove ipotesi terapeutiche o di consolidate strategie interventistiche, per le quali però non ci sono evidenze chiare da studi clinici controllati. Relativamente a questo secondo percorso nell’ambito della stessa Main Session “Studi Clinici dell’ANMCO” verranno presentati i risultati degli studi COLCOT e ISCHEMIA, già presentati/pubblicati in ambito internazionale, ma non ancora discussi all’interno del nostro Congresso Nazionale. In entrambi gli studi la partecipazione italiana, coordinata dal Centro Studi ANMCO, ha dato un contributo significativo sia quantitativamente che qualitativamente alla riuscita degli studi stessi.

COLCOT

L’ipotesi terapeutica antinfiammatoria, discussa già da molti anni a partire da uno studio del 1994 pubblicato dal gruppo di Attilio Maseri, aveva trovato una prima favorevole conferma clinica nello studio CANTOS, che, utilizzando un anticorpo monoclonale anti-interleuchina 1, aveva dimostrato la possibilità di migliorare l’outcome cardiovascolare di pazienti con pregressi eventi coronarici e proteina C reattiva (PCR) elevata. Sulla stessa linea di ricerca, è stato disegnato lo studio COLCOT, ma utilizzando un farmaco di bassissimo costo e in uso da molti anni come la colchicina. Lo studio, indipendente, è stato finanziato con i fondi di ricerca del Governo Canadese. Venivano inclusi pazienti dopo un recente infarto miocardico (entro un mese), indipendentemente dai valori di PCR, e trattati al meglio delle terapie raccomandate per la prevenzione secondaria. I risultati sono stati favorevoli con una riduzione significativa del 23% dell’end-point combinato di morte cardiovascolare, infarto e ictus non fatali.

 

ISCHEMIA

I pazienti con ischemia moderata severa e stenosi coronariche significative vengono abitualmente avviati a una terapia interventistica di rivascolarizzazione, anche se questa strategia non è mai stata documentata da studi controllati come efficace nel ridurre eventi clinici. Lo studio ISCHEMIA, finanziato dallo statunitense NIH, ha avuto l’obiettivo di confrontare l’approccio interventistico abituale on top di una terapia medica ottimizzata versus la sola terapia medica ottimizzata. I risultati sono stati chiari: al termine di un follow-up medio di 4 anni le due strategie si equivalgono in termini di eventi clinici maggiori (morte cardiovascolare, infarto, ospedalizzazione per angina instabile o scompenso, arresto cardiaco resuscitato) (Figura 2). È emersa inoltre una interessante osservazione: dopo 6 mesi dalla randomizzazione si è osservato un eccesso di infarti peri-procedurale nel gruppo interventistico mentre a 4 anni un eccesso di infarti spontanei nel gruppo terapia medica. Un prolungamento del follow-up, pianificato a 7 anni, potrà fornire ulteriori, decisive informazioni per la pratica clinica.

 

Ancora una volta la comunità dei cardiologi ospedalieri ANMCO ha contribuito a studi internazionali che molto probabilmente serviranno a cambiare le linee guida e la pratica clinica quotidiana.