Il Congresso ANMCO celebra il cinquantenario del Giornale Italiano di Cardiologia

di Giuseppe di Pasquale, Editor “Giornale Italiano di Cardiologia”
Il Giornale nasce nel 1971 per iniziativa dell’ANMCO, della quale divenne l’organo ufficiale, attraverso la fusione di tre riviste, Cuore e Circolazione, Folia Cardiologica e Malattie Cardiovascolari, grazie alla visione illuminata di Fausto Rovelli che fu il primo direttore scientifico. In questi 50 anni il Giornale Italiano di Cardiologia ha svolto una prevalente mission educazionale, costituendo un importante strumento di aggiornamento e comunicazione della comunità cardiologica nazionale.

All’interno del Congresso Nazionale ANMCO è prevista una sessione, per la mattina di venerdì 27 agosto, dedicata al “Giornale Italiano di Cardiologia” che quest’anno celebra il cinquantenario della sua fondazione. La storia del GIC, le memorie degli editor e uno sguardo alle prospettive future saranno i principali temi della sessione. Quello dei 50 anni è un anniversario che merita di essere celebrato anche perché la storia del Giornale coincide con la storia luminosa della cardiologia italiana che a partire dai primi anni ’70 iniziava ad affermarsi come disciplina autonoma, uscendo dall’alveo della medicina interna.

Il Giornale nasce nel 1971 per iniziativa dell’ANMCO, della quale divenne l’organo ufficiale, attraverso la fusione di tre riviste, Cuore e Circolazione, Folia Cardiologica e Malattie Cardiovascolari, grazie alla visione illuminata di Fausto Rovelli che fu il primo direttore scientifico. Nel 2000 con la nascita della Federazione Italiana di Cardiologia l’ANMCO e la SIC decisero la fusione dei rispettivi Giornali GIC e Cardiologia in un organo ufficiale unico della Federazione, l’Italian Heart Journal in lingua inglese e l’Italian Heart Journal Supplement in lingua italiana. Nel 2006 la Federazione fece la scelta dell’internazionalità con il varo del Journal of Cardiovascular Medicine e all’interno di ANMCO e SIC si aprì un ampio dibattito sull’opportunità di mantenere o meno un Giornale in lingua italiana accanto alla nuova rivista in lingua inglese. La decisione, a mio parere felice, fu quella di preservare la rivista in lingua italiana che riacquisiva il nome glorioso di Giornale Italiano di Cardiologia, organo ufficiale dei cardiologi italiani e da quel momento anche dei cardiochirurghi della Società Italiana di Cardiochirurgia. Il “Giornale Italiano di Cardiologia” è l’organo ufficiale della cardiologia italiana ma è innegabile che le sue radici siano quelle dell’ANMCO e la fidelizzazione dei suoi soci è testimoniata dal numero prevalente di contributi scientifici sottomessi al Giornale da parte dei cardiologi ospedalieri.

In questi 50 anni il Giornale Italiano di Cardiologia ha svolto una prevalente mission educazionale, costituendo un importante strumento di aggiornamento e comunicazione della comunità cardiologica nazionale. La qualità e la crescita del Giornale non sono misurabili attraverso la metrica dell’impact factor ma attraverso un altro IF declinabile come impatto formativo. È forse presuntuoso, ma non privo di fondamento, pensare che l’elevata qualità delle cure cardiologiche raggiunta nel nostro Paese è anche in piccola parte merito dell’opera educazionale svolta dal GIC a favore di due generazioni di cardiologi operanti nelle strutture cardiologiche italiane.

Avere ricevuto il privilegio della direzione del GIC in questi anni è stato per me un grande onore, ma anche una grande responsabilità, condivisa con uno splendido comitato editoriale, in considerazione del prestigio di quelli che in 50 anni mi hanno preceduto in questo ruolo, molti di loro padri nobili della cardiologia italiana. La prospettiva futura del “Giornale Italiano di Cardiologia” sarà sicuramente l’implementazione della sua sezione web e la ricerca di nuove modalità interattive con i lettori. A fronte delle auspicabili innovazioni editoriali l’augurio è che il GIC possa continuare a svolgere la propria mission di aggiornamento e osservatorio nazionale anche per i cardiologi di domani.

Giuseppe Di Pasquale ANMCO
Giuseppe Di Pasquale