HOW TO COME LEGGERE IL POLIGRAFO

di Andrea Matteucci
La lettura del poligrafo: basi tecniche dello studio elettrofisiologico e approccio all’interpretazione dei segnali intracavitari. Come si effettua uno studio elettrofisiologico e quali sono le basi da conoscere per approcciarsi alla lettura del poligrafo in sala operatoria.

Da sempre l’ANMCO è impegnata nell’organizzazione e la promozione di sessioni teorico-pratiche dedicate a giovani cardiologi, pensate per stimolare l’interesse e fornire solide basi di conoscenza su vari argomenti nell’ambito della cardiologia. Tra queste, la lettura del poligrafo e lo studio elettrofisiologico (SEF) rappresentano sicuramente temi di grande interesse. La sessione “How To: leggere il poligrafo” presentata in questo congresso ha esplorato questi temi con una nutrita platea di giovani cardiologici. Le indicazioni cliniche allo studio elettrofisiologico, il personale necessario e gli strumenti utilizzati per performarlo, nonché una sessione di casi pratici per la lettura del poligrafo sono stati i temi principali affrontati.

Il SEF è una tecnica diagnostica fondamentale per identificare, localizzare e trattare varie aritmie cardiache, offrendone al cardiologo una dettagliata comprensione fisiopatologica. Durante il SEF, vengono inseriti cateteri intracavitari dotati di elettrodi attraverso i vasi sanguigni, che permettono di registrare l’attività elettrica del cuore e di stimolare il tessuto cardiaco per individuare eventuali anomalie. Questa mappatura elettrica è cruciale per identificare le aree responsabili delle aritmie e determinare la strategia terapeutica più appropriata, che può includere l’ablazione, la somministrazione di farmaci o l’impianto di dispositivi come pacemaker o defibrillatori. Tra le condizioni specifiche per cui viene raccomandato, troviamo le tachicardie parossistiche sopraventricolari, la fibrillazione atriale, il flutter atriale e le tachicardie ventricolari. È anche il principale strumento diagnostico dopo l’elettrocardiogramma per diagnosticare la presenza di vie accessorie, ovvero condizioni in cui una via elettrica anomala può causare episodi di tachicardia.

Per eseguire un SEF, è necessario un team multidisciplinare altamente specializzato. Il cardiologo elettrofisiologo è il medico che conduce lo studio, ed è sempre affiancato da un infermiere specializzato che prepara il paziente e monitora le condizioni durante e dopo la procedura. Il tecnico di elettrofisiologia e un secondo elettrofisiologo gestiscono il poligrafo e la strumentazione ad esso associata, assicurando il corretto funzionamento del sistema. Il posizionamento dei cateteri si avvale del fluoroscopio, un apparecchio a raggi X utilizzato per guidare i sistemi necessari allo studio nelle diverse parti del cuore. Inoltre, vengono spesso impiegati sistemi di mappatura elettroanatomica, in grado di effettuare accurate ricostruzione tridimensionale del cuore, aiutando a localizzare con precisione le aree patologiche. Il poligrafo e l’operatore addetto al suo utilizzo ricoprono in questo il ruolo di direttori d’orchestra: gli impulsi elettrici controllati generati vengono erogati dai cateteri sulla base di protocolli specifici per studiare il sistema di conduzione cardiaca e le aritmie. Durante tutta la procedura, il team si avvale anche di monitor multiparametrici per tenere sotto controllo i segni vitali del paziente. I dati raccolti nello studio vengono poi analizzati per, se necessario, passare da una procedura diagnostica ad una terapeutica.

Visto l’interesse mostrato da parte dei giovani presenti, risulta chiaro come la formazione delle prossime generazioni di cardiologi sia cruciale per ANMCO, il cui impegno crescente è testimoniato dal sempre maggior numero di sessione come questa, volte a coltivare l’interesse, far crescere il talento e stimolare la crescita di chi si appresta ad iniziare oggi una carriera nell’ambito della cardiologia.

Andrea Matteucci anmco
Andrea Matteucci