SINTESI DEGLI HIGHLIGHT

di Giovanna Di Giannuario

Come ogni anno nella Sala Anfiteatro si è tenuta, a partire dalle 14.30, la sessione degli Highlight, in cui sono stati riassunti i messaggi più importanti delle tre tematiche centrali del Congresso: la fibrillazione atriale, la prevenzione cardiovascolare e lo scompenso cardiaco.

Ha iniziato la sessione la Dott.ssa Stefania Di Fusco con le Highlight sulla Fibrillazione Atriale. Valutando le nuove linee guida il paziente deve essere al centro del work out della Fibrillazione Atriale: clinica, esami ematici tiroide, ecocardiogramma TT, solo in alcuni casi selezionati si ricorre a ETE ed altri esami più complessi. Sono stati illustrati i meccanismi per i quali avviene la progressione della FA da una forma precoce parossistica ad una forma persistente. È importante riconoscere i pazienti affetti da apnee ostruttive notturne (OSA). Le OSA hanno una prevalenza di FA dal 21 al 74% vs 3-49% nella popolazione generale e sono associate ad una minor risposta alla terapia antiaritmica e all’ablazione. Il trattamento anticoagulante orale diretto richiede delle attenzioni in particolari scenari clinici: paziente anziano, insufficienza renale, post ictus, post PTCA. È importante la diagnosi precoce nei pazienti con fibrillazione atriale silente, con prevalenza dal 4,9 al 9,2% nei pazienti con ictus criptogenetico, ove monitorati la prevalenza sale al 30%. Per tale motivo sono state create nuove tecnologie per monitorizzare la FA cellullare come l’orologio da polso e l’ECG patch. Argomento controverso la terapia farmacologica tra la scelta del controllo del ritmo con ablazione del substrato con predilezione della terapia ablativa in età giovanile e controllo della frequenza in età avanzata. Sono state illustrate le novità sulla scelta dell’antiaritmico basata su caratteristiche elettrocardiografiche e cliniche del paziente e sulla strategia del tempo di uso dei NAO con dosaggio standard per tre settimane o dosaggio di carico per una cardioversione accelerata. LA fibrillazione atriale ad elevata risposta ventricolare, se emodinamicamente instabile va trattata con una CVE urgente con o senza anestesista, se stabile con il controllo della frequenza farmacologica. Sono state presentate da esperti le nuove tecniche ablative associate a nuove tecnologie di imaging che permettono di ricostruire l’anatomia dell’atrio sinistro e mappare il tessuto prima del trattamento.

Il Dottor Pietro Scicchitano ci ha illustrato gli Highlight sulla prevenzione cardiovascolare. La patologia cardiovascolare ha un alto impatto sociale, motivo per cui vi è una forte necessità di fare una accurata prevenzione che permetta la riduzione del loro burden. Si deve combattere il rischio residuo cardiovascolare di ischemica con la dAPT a lungo termine per ridurre il rischio trombotico residuo a lungo termine con ticagrelor o rivaroxaban 2,5 (studi pegasus e compass). Il trattamento dei lipidi è uno degli elementi chiave nella prevenzione: statine, ezetimibe, inibitori della PCSK9, acido bempedoico. È stato sottolineato come sia necessario partire subito con queste terapie per avere un risultato ottimale, in particolare è stato presentato lo studio PACMAN-AMI che indica di iniziare subito in fase acuta i PCSK9-i. Avanzamenti del trattamento dei lipidi ci sono stati con l’uso di farmaci innovativi quali l’inclisiran che permette una somministrazione semestrale abbattendo i livelli di colesterolo del 50%. È da poco entrato in commercio inoltre l’acido bempedoico che è in grado di abbattere i livelli di colesterolo e di ridurre gli outcome. Il paziente cardiopatico cronico deve implementare la terapia in maniera efficace ed efficiente con una terapia di combinazione dei diversi farmaci disponibili in commercio. Il problema più importante è ottimizzare l’aderenza alla terapia, per migliorare la sopravvivenza del paziente. Il trial SECURE ci ha mostrato come l’associazione in una polipillola asa+ramipril+atorvastatina 20 o 40 migliora la prevenzione secondaria e la sopravvivenza del paziente. I dati scientifici e quelli del mondo reale ci suggeriscono che è fondamentale la corretta integrazione e coordinazione tra medici del territorio e dell’ospedale per ottimizzare le cure ed ottenere l’obiettivo della salute del paziente.

Il Dottor Nicola Gasparetto ha concluso la sessione illustrando gli Highlight sullo scompenso cardiaco. L’insufficienza cardiaca è stata trattata in molteplici sessioni durante il Congresso: i dati SDO 2019 dimostrano che molti sono i giorni di ricovero e la maggior parte delle dimissioni sono correlate allo scompenso cardiaco,

ma emerge anche che in Italia si sono ridotti i ricoveri per scompenso cardiaco dal 2010 al 2019 del 10-20%, forse perché abbiamo più armi terapeutiche, o forse perché sappiamo trattarlo meglio e si è così ridotta anche la mortalità intraospedaliera. L’accesso in PS deve avere un percorso per questi pazienti, dallo scompenso cardiaco acuto in PS alla ospedalizzazione con percorsi dedicati, ben illustrati nel paper dell’ANMCO in merito pubblicato sul GIC. Nello Shock cardiogeno, patologia ancora difficile da definire, in cui l’ipoperfusione d’organo è l’elemento cruciale per identificarlo, i lattati non sono un elemento precoce, il gap e la CO2. Lo scompenso cardiaco può evolvere verso forme avanzate, dalla inibizione neurormonale fino a modulare l’assetto neuro-ormonale. Abbiamo i nuovi farmaci dello scompenso ARNI, SGLT2, MRA e betabloccante; gli SGLT2 inibitori hanno un effetto favorevole su cuore e reni e impattano positivamente sulla prognosi del paziente; rimane aperto il punto interrogativo su come inserire le nuove molecole, se e come implementare i farmaci simultaneamente. I pazienti con scompenso cardiaco sono tutti diversi tra loro e vanno inseriti a secondo dal profilo clinico del paziente, ad esempio i beta-bloccanti vanno iniziati dopo la stabilizzazione del paziente, ma dopo essere stato svezzato dagli inotropi. Il farmaco MRA va utilizzato in modo non troppo precoce e non associato con SRA eSGLT2 per il rischio di disfunzione renale. Gli Agonisti deli GLP-1 RA non sono solo farmaci ipolipemizzanti ma hanno dimostrato, come ben illustrato in alcune sessioni, effetti positivi sul cuore, sullo scompenso, con un ruolo importante in diverse fasi di trattamento dei pazienti cardiopatici. Durante il Congresso sono stati presentati inoltre i dati dello studio di Fase 3 Victoria sul vericiguat che ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole. Inoltre ci sono state sessioni dedicate ai device, icd e cRT, terapie che riducono la morte improvvisa in maniera addizionale alle terapie farmacologiche. È stata citata anche la Prof.ssa Cathleen Biga che nel Simposio Congiunto ANMCO-ACC ha mostrato il modello americano del team multidisciplinare ed il ruolo fondamentale di un team di più esperti e dell’infermiere a domicilio. È importante il follow-up del paziente scompensato con un sistema di rete tra ospedale e territorio, per cui sarà fondamentale il ricorso alla telemedicina e ai controlli in remoto. Nelle sessioni sullo scompenso cardiaco refrattario si è parlato infine del ruolo delle assistenze come VAD a lungo termine sin e dx, o total artificial heart; in anteprima è stato presentato il primo trapianto da cadavere da cuore fermo, eseguito 9 giorni fa a Treviso con il team di Padova: una pietra miliare del futuro. La sessione come ogni anno ha puntualizzato i concetti più importanti delle principali cardiopatie trattate estesamente nel Congresso con particolare attenzione alle nuove opzioni terapeutiche offrendo un riassunto finale anche a chi magari ha perso qualche relazione.

Giovanna Di Giannuario ANMCO
Giovanna Di Giannuario