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COSTRUIRE LA COMPETENZA IN CARDIOLOGIA DIGITALE

di Giovanni Amedeo Tavecchia
Le competenze digitali dei professionisti sanitari sono insufficienti: prepariamoci a percorsi di formazione specifici.

Nella Sala del Borgo il Professor Fabrizio Ammirati e il Dott. Sandro Petrolati hanno moderato una sessione interamente dedicata alla cardiologia digitale, tematica più che mai attuale e di rilievo. Durante la sessione, gli interventi del Dott. Pasquale Caldarola, del Prof. Gianfranco Gensini, della Dott.ssa Giuseppina Maura Francese e del Prof. Fabrizio Ammirati hanno offerto interessanti spunti di riflessione.

Il digitale è alla base dell’innovazione e del cambiamento che sta investendo tutta la medicina ed in particolare la cardiologia. Tuttavia, secondo un’analisi del Politecnico di Milano, soltanto il 4% dei medici specialisti ha competenze adeguate in tema di cardiologia digitale. Questo ci impone di costruire percorsi di formazione per il cardiologo in modo tale da renderlo competente in materia.

Un percorso di formazione deve prefiggersi degli obiettivi, primo tra tutti la creazione di un glossario universalmente riconosciuto. Che cosa significano big-data, blockchain, cardiologia digitale, e-health? Negli anni, l’evoluzione degli strumenti digitali è stata talmente rapida da non consentire alla maggior parte della popolazione di comprendere il reale significato di termini tecnici divenuti però di utilizzo comune.

In secondo luogo, è importante che la comunità cardiologica comprenda e approfondisca il ruolo dell’intelligenza artificiale. Sono ormai diversi i suoi ambiti di applicazione e con il tempo diventerà uno strumento irrinunciabile ma non sostitutivo rispetto all’intelletto umano. L’interazione tra medico e intelligenza artificiale consentirà di automatizzare attività ripetitive e di affinare la capacità di elaborazione dei dati clinici, preservando il rapporto empatico e umano tra medico e paziente.

Altro aspetto rilevante è quello dei big data, ormai divenuti parte integrante della ricerca clinica. Con big data si intende genericamente una raccolta di dati informativi così estesa in termini di volume, velocità e varietà impossibili da elaborare con metodi tradizionali. In ambito cardiologico, grazie ai big data potremo attingere ad un immenso patrimonio informativo che potrà migliorare i percorsi diagnostico-terapeutici, la ricerca e la programmazione sanitaria.

In conclusione, grazie all’impegno di ANMCO queste tematiche non passeranno in secondo piano e potremo fare affidamento su medici esperti in cardiologia digitale, figure in grado di applicare efficacemente le tecnologie a disposizione per il miglioramento dell’assistenza sanitaria.

 

Giovanni Tavecchia ANMCO
Giovanni Amedeo Tavecchia