Nella Sala del Tempio si è tenuto uno stimolante simposio di lipodologia moderato dal Dottor Carmine Riccio, dal Dottor Adriano Murrone e dalla Dottoressa Giovanna Geraci. In prima istanza, il Professon Fulvio Colicchi ha trattato le prospettive terapeutiche in merito alla gestione dei trigliceridi nel rischio cardiovascolare residuo. I trigliceridi hanno dimostrato di avere un ruolo nello sviluppo di placca aterosclerotica e un loro aumento comporta un incremento del rischio di eventi cardiovascolari, anche se non con una progressione lineare come le LDL. Tuttavia, fino a poco tempo fa, i farmaci disponibili per la riduzione della trigliceridemia hanno fallito nel dimostrare efficacia clinica, e per quanto riguarda gli omega-3 (EPA e DHA), probabilmente perché somministrati in forma miscelata con effetti metabolici contrastanti. L’introduzione del farmaco icosapenta etile, una forma altamente purificata di EPA, ha rivoluzionato l’ambito grazie ai risultati straordinari dello studio REDUCE-IT. Nello studio sono stati coinvolti pazienti con pregressi eventi cardiovascolari o ad alto rischio in terapia con statine e con elevati livelli di trigliceridemia. L’utilizzo di icosapenta etile ha dimostrato efficacia sia sull’endpoint composito sia sull’endpoint secondario di morte cardiovascolare, infarto e ictus non fatale, nonostante la relativamente bassa riduzione percentuale dei valori di trigliceridi.
La seconda relazione, a cura del Dottor Carmine Riccio, si è focalizzata sull’utilizzo dell’acido bempedoico, un nuovo farmaco che agisce in sinergia con statine ed ezetimibe aumentando la captazione delle LDL circolanti. Oltre a essere un nuovo strumento in grado di permettere il raggiungimento del target terapeutico, ha anche il pregio di aumentare l’aderenza terapeutica. Infatti, la principale causa di sospensione della terapia con statine è l’intolleranza, aggravata dagli elevati dosaggi di statina ad alta potenza; in questo contesto, l’acido bempedoico non agisce sul muscolo e quindi non causa mialgie, permettendo inoltre di ridurre la posologia della terapia con statine. A breve, inoltre, sarà disponibile in commercio la triplice associazione in singola pillola di statina, ezetimibe e acido bempedoico, che permetterà di migliorare ulteriormente l’aderenza terapeutica e ridurre l’inerzia prescrittiva.
In merito alla terapia con anticorpi anti-PCSK9, il Dottor Emanuele Tizzani ha trattato la strategia fast track, che consiste nella somministrazione precoce di questi farmaci nei pazienti a rischio molto elevato (SCA associata a patologia multivasale, vasculopatia periferica, eventi ricorrenti, ecc.) in cui non si prevede di raggiungere il target terapeutico con la sola terapia orale. Nello studio FOURIER-OLE si è rilevato che i pazienti trattati precocemente hanno un vantaggio clinico che si mantiene nel tempo. È stata inoltre riscontrata un’elevata aderenza terapeutica nei pazienti in terapia con farmaci inibitori di PCSK9.
Infine, la Dottoressa Giovanna Geraci ha presentato una recente novità farmacologica introdotta sul mercato: inclisiran. Si tratta di un inibitore PCSK9 in forma di siRNA (small interfering RNA) che agisce bloccando la produzione della proteina PCSK9 ed è caratterizzato da un’azione altamente selettiva e da un’ottimale farmacocinetica (non necessità di riduzione del dosaggio in pazienti anziani o in caso di insufficienza renale). Le evidenze attualmente disponibili dai numerosi studi ORION e VICTORION hanno dimostrato l’efficacia nel ridurre le LDL, anche se tendenzialmente inferiore rispetto agli anticorpi anti-PCSK9; a breve sarà disponibile lo studio ORION-4, il primo studio di outcome. Un dato estremamente rilevante di questa strategia terapeutica è la somministrazione biannuale, che permette una comprovata aderenza terapeutica.
In conclusione, negli ultimi anni sono aumentati significativamente gli strumenti in grado di ridurre il rischio cardiovascolare residuo dei nostri pazienti e di ottimizzare l’aderenza alla terapia, un punto debole della terapia ipolipemizzante. Si rende tuttavia necessario attivare percorsi appropriati per valutare il trattamento più adatto per il singolo paziente, anche in considerazione del rapporto costo-beneficio.
