Nella sala del Borgo si è tenuto un forum stimolante sulla gestione diagnostico-terapeutica dell’insufficienza mitralica, moderato dal Dottor Massimo Milli e dal Dottor Giuseppe Musumeci.
La prima sessione, curata dal Dottor Marco Malvezzi Caracciolo D’Aquino, ha trattato la valutazione dell’insufficienza mitralica secondaria attraverso l’ecocardiografia. Questa tecnica consente uno studio completo dell’anatomia dell’apparato mitralico, permettendo di valutare sia la morfologia che la mobilità dei lembi valvolari nelle diverse fasi del ciclo cardiaco. L’ecocardiografia offre una valutazione multiparametrica per definire la severità dell’insufficienza mitralica (grading), calcolando con precisione dimensioni, volumi e funzione dei ventricoli grazie alle immagini multiplanari e 3D. Inoltre, consente di individuare i pazienti che possono beneficiare di interventi correttivi, migliorando così la prognosi nei casi di scompenso cardiaco.
Il Dottor Andrea Baggiano ha illustrato il ruolo aggiuntivo della risonanza magnetica e della TAC. La risonanza magnetica, grazie alla sua precisione e caratterizzazione tissutale, offre la massima qualità in termini di riproducibilità e accuratezza, particolarmente utile nella valutazione della dilatazione e della funzione sistolica ventricolare. Nonostante la risonanza non fornisca informazioni aggiuntive per definire il meccanismo dell’insufficienza mitralica, è utile per valutare parametri come l’area di tenting e la coaptazione dei lembi, fornendo dettagli sulla fibrosi e quindi sulla prognosi dei pazienti. La TAC, con la sua alta risoluzione spaziale, è ideale per valutare l’anatomia atriale, anulare e ventricolare, contribuendo a pianificare interventi chirurgici o percutanei con precisione.
Il Dottor Carlo Di Mario ha analizzato le linee guida ESC del 2021, che riservano la chirurgia per l’insufficienza mitralica a pazienti con basso rischio chirurgico e in cui è indicata un’altra chirurgia cardiaca. Ha sottolineato l’importanza dello studio COAPT, che ha dimostrato l’efficacia della riparazione transcatetere della valvola mitrale (TEER) nei pazienti sintomatici. Nonostante la TEER non abbia ottenuto una classe IA nelle linee guida ESC a causa dei risultati del trial MITRA-FR, è l’unica tecnica con evidenza clinica proveniente da un trial randomizzato. Inoltre, nel corso degli anni, la metodica è stata ottimizzata grazie all’impiego di clip più sicure ed efficaci, portando a un significativo miglioramento sia nel successo procedurale sia nei risultati clinici a lungo termine.
Il Dottor Andrea Montalto ha concluso il forum evidenziando che l’insufficienza mitralica funzionale è un problema non valvolare ma legato al rimodellamento del ventricolo sinistro. Dal punto di vista cardiochirurgico, ha enfatizzato l’importanza di valutare i parametri dimensionali e volumetrici per decidere tra anuloplastica o sostituzione valvolare. La chirurgia offre miglioramenti funzionali consolidati, ma i benefici in termini di sopravvivenza rimangono discutibili. Nei pazienti con alto rischio perioperatorio, le tecniche percutanee rappresentano un’opzione valida. La valutazione caso per caso è essenziale per trovare un trattamento personalizzato, adattato alle caratteristiche anatomiche e alle comorbilità del paziente.
Il forum ha fornito un aggiornamento esaustivo sulle tecniche diagnostiche e terapeutiche per l’insufficienza mitralica, sottolineando l’importanza di un approccio multimodale e personalizzato per migliorare la prognosi e la qualità della vita dei pazienti. È stato evidenziato come le tecnologie avanzate, insieme alla valutazione clinica dettagliata, siano fondamentali per la gestione efficace di questa complessa patologia.
