Un aggiornamento globale nella profilassi anticoagulante della fibrillazione atriale

Stefania Angela Di Fusco
"Incontro con gli esperti per una visione d’insieme sull’evoluzione della profilassi tromboembolica nella fibrillazione atriale nel mondo reale"

Tutti quanti vogliono conoscere le novità, relative agli anticoagulanti orali non vitamina K-antagonisti (oramai non più definibili nuovi anticoagulanti orali), provenienti da registri e studi osservazionali di paesi di tutto il mondo, non possono lasciarsi scappare la straordinaria opportunità offerta nel corso di questo 47° Congresso Nazionale ANMCO: ascoltare gli aggiornamenti dalla viva voce di esperti di fama mondiale. Dopo diversi anni dalla pubblicazione del primo grande trial clinico sugli anticoagulanti orali non vitamina K-antagonisti, sono ben 4 le molecole che si sono dimostrate efficaci e sicure almeno quanto i “vecchi” antagonisti della vitamina K nella prevenzione del tromboembolismo nella fibrillazione atriale non valvolare. La verità è, però, che sebbene i risultati degli studi clinici randomizzati sono di primaria importanza, questi risultati non sempre sono applicabili ai pazienti che si incontrano nella pratica clinica. Proprio in considerazione dei limiti degli studi clinici randomizzati, l’esperienza maturata nel mondo reale ha una rilevanza notevole nella conferma di efficacia e sicurezza di qualsiasi nuovo farmaco. Con queste premesse il simposio in programma il 3 giugno alle 15.30, tutto dedicato all’esperienza maturata a livello mondiale sull’utilizzo degli anticoagulanti non vitamina K-antagonisti, non può che svelare aspetti estremamente interessanti per l’impiego di queste molecole. I dati provenienti dal mondo reale forniscono una visione unica su come sta cambiando la prevenzione del tromboembolismo nella fibrillazione atriale. Anche se vi sono significative differenze nei modelli di trattamento nelle varie regioni del globo, tutti i registri mostrano un continuo progressivo aumento dell’utilizzo degli anticoagulanti non vitamina K-antagonisti. I dati emergenti confermano la maneggevolezza di questi farmaci, con un favorevole rapporto beneficio clinico/rischio per una vasta popolazione di pazienti con fibrillazione atriale. Le molteplici informazioni derivate dalla vita reale andranno, quindi, ad incrementare la confidenza del clinico nella prescrizione di questa classe di anticoagulanti. In conclusione, la prova del mondo reale supporta le raccomandazioni delle Linee Guida internazionali che, nella prevenzione dello stroke nella fibrillazione atriale non valvolare, consigliano di preferire gli anticoagulanti orali non vitamina K-antagonisti al warfarin.