Endocardite infettiva, una malattia complessa

Annamaria Iorio
Tra profilassi e complicanze neurologiche

L’endocardite infettiva (EI), nonostante i considerevoli progressi ottenuti nel trattamento medico e i continui miglioramenti dei risultati chirurgici, rimane una patologia gravata da un alto carico di morbilità e mortalità. Nel “mondo reale”, tuttavia, ci si confronta con modalità di presentazione molto eterogenee che fanno di ogni singolo caso una storia a sé, spesso difficilmente inquadrabile in una specifica classe di indicazione. Domani in sala Manzoni saranno affrontati alcuni degli snodi cruciali di questa patologia, dalla profilassi alle complicanze. La profilassi antibiotica prima di una procedura in pazienti a rischio di sviluppare l’endocardite infettiva è stato storicamente un trattamento di prevenzione in tali pazienti. Come è noto, le recenti modifiche delle Linee Guida di prevenzione dell’endocardite negli Stati Uniti e in Europa hanno ridotto di oltre l’80% i casi per i quali si consiglia la profilassi. Di certo rispetto al passato qualcosa è cambiato in termini di prevenzione, ma quale impatto clinico e in termini di riduzione di costi hanno avuto questi cambiamenti? E la gestione ha subito qualche evoluzione? A fornici una fotografia di una situazione recente a tale riguardo sarà il Dott. Enrico Cecchi a cui viene affidato il compito di illustrarci quali cambiamenti in termini di profilassi e percorsi gestionali si sono verificati negli ultimi anni. Per ottenere un miglioramento dei nostri pazienti con endocardite infettiva bisogna di certo fare di più e fare meglio per le temute complicanze. Le complicanze di questa condizione morbosa sono una fonte di potenziale disabilità per il paziente, di elevato carico emotivo per la famiglia e di elevato costo per la società. E se abbiamo compreso meglio chi non trattare, ancora tanti punti in sospeso abbiamo per migliorare l’approccio ai nostri pazienti con endocardite infettiva nello specifico delle complicanze. Questo aspetto verrà affrontato dalla Dott.ssa Benedetta Carla De Chiara, che in particolare affronterà le complicanze valvolari nell’endocardite infettiva sinistra. Infatti, anche se con il miglioramento delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche, il ruolo della chirurgia nel trattamento dell’endocardite infettiva è andato progressivamente espandendosi, le indicazioni e il timing ottimale sono ancora oggetto di discussione. È tuttavia necessario rilevare che, laddove l’obiettivo della chirurgia sia la prevenzione degli eventi embolici, l’indicazione ed il timing dell’intervento chirurgico rimangono oggetto di discussione. In effetti, la prevenzione degli eventi embolici rimane cruciale per ottenere un miglioramento dei risultati clinici nell’endocardite infettiva. E come affrontare la più temuta delle complicanze? Come prevenirla, riconoscerla e gestirla? Quale il giusto timing? Se, il dogma con cui ci siamo storicamente confrontati era di evitare la chirurgia nelle fasi precoci dell’endocardite infettiva, il timing giusto in questa complessa eterogeneità di pazienti ancora non è noto. Anche questo punto verrà affrontato nella sessione dedicata all’endocardite infettiva!