DRUG TREATMENT IN HEART FAILURE: IL SIMPOSIO CONGIUNTO CON L’AMERICAN COLLEGE OF CARDIOLOGY

di Massimo Iacoviello

Nella sala Anfiteatro, prima della cerimonia inaugurale del Congresso, il Simposio Congiunto con l’American College of Cardiology intitolato “Drug Treatment in Heart Failure” ha offerto spunti scientifici di assoluto rilievo per la gestione dei pazienti affetti da scompenso cardiaco.

Il simposio, moderato dalla professoressa Cathleen Biga, vice presidente dell’American College of Cardiology, e dal presidente ANMCO Furio Colivicchi, ha avuto tra i relatori la stessa Cathleen Biga, Fabrizio Oliva, Massimo Iacoviello ed il professor Paul Casale Pennsylvania Chapter dell’American College of Cardiology.

Le relazioni della professoressa Biga e del Professor Casale hanno illustrato i modelli gestionali adottati nelle loro realtà cliniche. A Chicago la professoressa Biga ha implementato una gestione multidisciplinare e multiprofessionale dello scompenso cardiaco basata sulla creazione di un Care Team formato da Physician champion, operator leader e clinical team. Un’organizzazione basata su un cronoprogramma di visite frequenti nel periodo post-dimissione, prevalentemente condotte dal personale infermieristico dedicato, che ha dato risultati rilevanti. Il professor Casale ha mostrato, invece, l’importanza della gestione domiciliare dello scompenso cardiaco. Per una sindrome da cui sono affetti, sempre di più, pazienti anziani e comorbidi e che continua ad avere un enorme impatto socio-economico, l’ottimizzazione delle cure domiciliari è una strategia che può garantire sostenibilità ed efficacia delle cure. In questo contesto l’utilizzo dei sistemi di monitoraggio può garantire una precoce individuazione delle instabilizzazioni ed evitare nuove ospedalizzazioni. Un monitoraggio che si può avvalere di device impiantabili, dai cardiovertitori defibrillatori ai sistemi di monitoraggio della pressione polmonare, ma anche di device esterni, come bilancia e misuratore automatico di pressione, sino ai più recenti smartwatch. Una panoramica di soluzioni sperimentata dal New York-Presbyterian Hospital at Home del prof. Casale che è iniziata in corrispondenza della pandemia da COVID 19 ed ha consentito la gestione, in questi anni, di più di mille pazienti con una riduzione del 64% delle ospedalizzazioni per tutte le cause. Un successo raggiunto anche grazie all’empowerment del paziente ed all’ottimizzazione della terapia.

Proprio di ottimizzazione della terapia dello scompenso cardiaco cronico hanno discusso Fabrizio Oliva per lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione ridotta e Massimo Iacoviello per la preservata. Il primo ha sottolineato quanto sia importante la nuova strategia terapeutica raccomandata dalle linee guida e basata sull’implementazione degli ARNI da preferire agli ACE-inibitori, gli antagonisti dell’aldosterone, i beta-bloccanti e gli SGLT2 inibitori. Quattro pilastri da inserire il prima possibile per assicurare il miglior outcome ai pazienti e da affiancare agli altri approcci terapeutici farmacologici e non, ove indicati. Nella relazione sullo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata sono due gli elementi principali emersi, l’eterogeneità dei pazienti e le nuove opzioni terapeutiche. Eterogeneità legata all’eziologia dello scompenso, ai molteplici meccanismi fisiopatologici ed al ruolo delle comorbilità. Tra i nuovi trattamenti, gli SGLT2 inibitori sono sicuramente la novità rilevante. Per la prima volta una classe farmacologica capace di dare benefici indipendentemente dalla frazione d’eiezione.

Un simposio congiunto che ha, dunque, offerto una panoramica completa sulla gestione dello scompenso cardiaco, dalla ottimizzazione della terapia alla gestione ambulatoriale e domiciliare del paziente e che è sicuramente stata utile a chiarire elementi essenziali per la cura dei nostri pazienti.

Massimo Iacoviello ANMCO
Massimo Iacoviello