Cardionursing 2015: HIGHLIGHTS

Sabrina Barro, Sonia Tosoni, Donatella Radini
Anche quest’anno in parallelo al Congresso Nazionale dei cardiologi, si è svolto il Cardionursing che ha visto la presenza di più di 300 infermieri

Il ricco programma formativo presentato nelle due giornate milanesi, ha permesso di implementare le conoscenze clinico – tecnico – assistenziali per la gestione del paziente cardiopatico attuale. In ambito di prevenzione cardiovascolare, si è parlato di infermieri e educazione alla salute. Gli eventi formativi prevedevano inoltre la presentazione di alcuni casi clinici.
Uno dei maggiori studiosi delle grandi teorie della complessità, Fritjob Capra, invita a leggere la complessità con un approccio sistemico.
Molto apprezzato è stato il Simposio sui nuovi NAO, che ha permesso agli infermieri di ampliare le loro conoscenze su queste nuove molecole anticoagulanti.

Anche quest’anno in parallelo al Congresso Nazionale dei cardiologi, si è svolto il Cardionursing. La Main Session di apertura ha descritto come nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale e nell’assistenza fornita alla persona, si stia verificando una significativa evoluzione delle componenti organizzativo/assistenziali conseguenti all’oggettivo manifestarsi di alcuni fenomeni legati, in particolare, all’aumento dell’età media, della fragilità e delle malattie cronico-degenerative, a cui si associa la costante e profonda evoluzione scientifica e tecnologica. È emerso chiaramente come non si possa più considerare adeguato un aggiornamento professionale in “silos”. Visto che noi operatori sanitari possediamo un’identità eterogenea, siamo: quello che trattiamo, quello che il contenitore/contesto ci fa essere, quello che sappiamo usare attraverso le tecnologie e siamo quello che facciamo. Uno dei maggiori studiosi delle grandi teorie della complessità, Fritjob Capra, invita a leggere la complessità con un approccio sistemico, abbandonando la modalità analitica di retaggio illuministico, al fine di renderla leggibile e contestuale. La formazione per affrontare la complessità è come la definisce Edoardo Manzoni: la consapevolezza che bisogna abbandonare i nostri saperi disgiunti – che non possono più bastare a rispondere ai bisogni assistenziali – avere capacità di: decision making, fare team, comunicare, relazionarsi e lavorare in modo generativo e positivo all’interno delle dinamiche relazionali, il che diviene un elemento imprescindibile per rendere efficace qualsivoglia concetto di natura teorica. La ridefinizione degli ambiti di attività con modalità multiprofessionali, e il conseguente ampliamento delle competenze/responsabilità, pone le basi per una nuova autonomia e responsabilità professionale, che consente di favorire un sistema professionale capace di sostenere e soddisfare le esigenze dei servizi e della popolazione. Questo si scontra con la nuova programmazione sanitaria che incentra l’assistenza sugli ospedali per intensità di cura: sono per noi la strada per acquisire nuove competenze o sono la fine della professionalizzazione infermieristica? Molto apprezzato è stato il Simposio sui nuovi NAO, che ha permesso agli infermieri di ampliare le loro conoscenze su queste nuove molecole anticoagulanti orali e sugli strumenti utilizzati per identificare il miglior percorso diagnostico/terapeutico per gestire il paziente con rischio tromboembolico. Sono stati trattati anche i temi della pianificazione del monitoraggio del trattamento, gli interventi educazionali ed i follow-up da attivare per la verifica dell’aderenza terapeutica. Nei vari Simposi è stato inoltre posto un accento particolare sull’intervento educativo e la comunicazione facendo riferimento alla Health Literacy dei caregiver, che sempre più spesso sono chiamati a prendersi cura di persone anziane con molteplici problemi di salute. Ad essi viene richiesto un livello adeguato di alfabetizzazione sanitaria poiché un basso livello è spesso associato ad outcome negati. Una delle comunicazioni premiate, presenta i dati di uno studio osservazionale svoltosi in tre ASL. Dallo studio emerge che benché il livello di alfabetizzazione sia adeguato ben il 77% dei caregiver abbia, a volte, difficoltà di comprensione delle prescrizioni terapeutiche. In campo comunicativo c’è ancora qualcosa da migliorare. Sperando di aver risposto adeguatamente alle aspettative formative degli infermieri, diamo loro appuntamento nel 2016!