Il primo intervento è del Dott. V. Cicchitti che parla dei target LDL ottimali nei pazienti affetti da DM di tipo 2 dicendo che il rischio CV aumenta di circa 2 – 4 volte per le comorbidità associate come aterosclerosi, dislipidemia, ipertensione e infiammazione. I principi determinati sono il management di questi pazienti, la disponibilità dell’accesso alle cure, la gestione del peso e della glicemia. Gestire quindi l’iperglicemia, la funzionalità renale e il management degli altri fattori di rischio CV. Il diabete è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo della malattia aterosclerotica e del danno d’organo. È importante identificare la malattia d’organo del diabetico, come malattia renale, neuropatia, malattia aterosclerotica. Quindi l’approccio di management dei pazienti diabetici dipende dal tipo di danno d’organo e ovviamente dal loro numero. Infatti, nella stratificazione del rischio abbiamo sempre il diabete. A questo punto parla dello SCORE-2 del diabete in cui abbiamo l’epoca di diagnosi del diabete e soprattutto dal valore dell’Hb glicata; c’è anche un App CALCULATE per categorizzare il nostro paziente. Una volta categorizzato abbiamo un management diverso e quindi un target teraputico diverso che dipende da quale rischio abbia il paziente e da qui abbiamo diversi tipi di terapie. Altra cosa importante è anche l’aderenza alla terapia che diminuisce, paradossalmente, al crescere del rischio CV.

Il secondo intervento è stato del Dott. A. Madrid su ASA nella prevenzione primaria in pazienti con aterosclerosi significativa asintomatica. L’aspirina in prevenzione secondaria, sappiamo già, è in grado di ridurre eventi CV e mortalità, mentre in prevenzione primaria abbiamo studi controversi, la metanalisi mostrata ha dimostrato che l’infarto fatale era molto ridotto ma a prezzo di un aumento dei sanguinamenti. Nei pazienti con DM di tipo 2 senza danno d’organo è raccomandato stimare il rischio con lo SCORE 2. Quindi fa vedere la carte del rischio CV. In prevenzione primaria è importante stratificare il rischio e selezionare quel gruppo di pazienti a rischio CV intermedio-alto ma con rischio emorragico basso. Nel 2008 è stato pubblicato uno studio sul calcio coronarico che mostra come l’aumento del CACs aumenta gli eventi coronarici e la morta da malattia coronarica. Parla di uno studio il THE ARIC concludendo che la presenza della placca aterosclerotica all’EcoTSA aumenta gli eventi coronarici. Studi MESA e ARIC ci dicono che nei pazienti che hanno la presenza di almeno due placche su due segmenti diversi possono beneficiare di ASA a meno che non abbiano rischio emorragico alto. Altro studio è l’ASCEND asprina vs placebo, che dava una riduzione degli eventi del 12 % in chi faceva ASA ma un aumento delle emorragie; quindi, l’aspirina certamente previene gli eventi avversi ma aumenta il rischio emorragico. Le linee guida, nei pazienti con Diabete di tipo II raccomandato ASA in IIB in prevenzione primaria in assenza di controindicazioni, mentre le indicazioni della società americana di diabetologia ci dicono che ASA in prevenzione primaria può essere preso in considerazione nei pazienti che hanno un alto rischio CV ma che non abbiano un alto rischio emorragico, soprattutto negli anziani e la decisione deve essere presa in accordo col paziente edotto dai rischi ad esso correlato.
La terza relazione e della Dott.ssa MC. Meschisi sul ruolo del calcio coronarico nella stratificazione del rischio. Inizia la relazione parlando del calcio all’interno della placca aterosclerotica, da qui quindi possiamo calcolare tramite la TAC il Calcium Score con il metodo Agatston, abbiamo 5 classi di rischio in base al valore del calcium score a) 0 il rischio non è identificato, b)0-10 rischio minimo, c) 10-100 lieve rischio, d)101-400 rischio moderato, e) >400 che ha un alto rischio di malattia CV. Le linee guida del 2024 ci dicono che il calcolo del CACs nei soggetti con probabilità pre-test bassa (5-15%) ha indicazione IIA e nei pazienti che già devono eseguire altri test di perfusione ha indicazione IB. In merito invece al dare l’aspirina nei pazienti con CACs alta nei pazienti con rischio CV >20% possiamo considerare la prescrizione perché abbiamo dei benefici in termini di riduzione di eventi CV. In conclusione, il Calcium score può essere utilizzato come un marcatore affidabile di ASCVD subclinica e può aiutare a ottimizzare e migliorare l’aderenza alla terapia medica, in particolare nei soggetti ad alto rischio, anche anziani, con strategie di prevenzione primaria aggressive, come aspirina e statine. Il CACs può essere un utile marcatore alternativo nel processo decisionale riguardante la valutazione del rischio, la prognosi e l’inizio della terapia farmacologica di prevenzione primaria, in particolare con statine, nei pazienti senza aterosclerosi subclinica.
