FOCUS
ANGIOPLASTICA DEL TRONCO COMUNE

di Stefano Tolone

La mattinata si conclude con un focus su uno degli argomenti più discussi: quando e se trattare con angioplastica il tronco comune.

La patologia del tronco comune (TC) è una patologia che necessita di rivascolarizzazione, vista l’estremo impatto generato dalla non rivascolarizzazione sulla mortalità. Il Dott. Menozzi analizza gli strumenti fondamentali a disposizione per la valutazione della severità e la complessità della lesione e che possano quindi guidare il trattamento. In tale setting un approccio basato su più metodiche di imaging e funzionali quali: angiografia, IVUS e FFR rimane mandatorio. L’associazione dell’angiografia alle metodiche IVUS e FFR consente infatti di confermare o smentire la significatività di una lesione, consentendo inoltre con l’IVUS di ottenere una migliore valutazione della severità e distribuzione della placca. Tale approccio multistrumentale acquisisce l’ulteriore compito della migliore pianificazione procedurale ed ottimizzazione della stessa.

La Dott.ssa Castiglioni passa quindi all’analisi dei due approcci principali di PCI del TC: provisional vs tecniche a due stent. La scelta della tecnica dovrà essere basata sulla base della complessità della lesione al fine di ottenere il miglior risultato finale per il paziente. Il DK crush trial analizzando le procedure di rivascolarizzazione complesse con interessamento delle biforcazioni, ha evidenziato il miglior risultato e la maggiore sicurezza con la metodica a due stent, risultato trascinato dalla riduzione dell’infarto legato alla rivascolarizzazione proprio nel setting di pazienti più complessi. Aspetti che rimangono fondamentali sono rappresentai dalla pianificazione e dalle skill dell’operatore.

Quindi la domanda che viene posta al Dott. Santarelli è: l’angioplastica soppianterà il bypass? Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un incremento delle procedure di rivascolarizzazione percutanea del TC, fondamentalmente guidato dai dati di trial quali SYNTAX Trial ed EXCEL trial e delle metanalisi, che non mostrano una variazione nella mortalità fra pazienti sottoposti a PCI del TC rispetto a pazienti sottoposti a rivascolarizzazione chirurgica. I principali determinanti quindi da prendere in considerazione nella scelta fra rivascolarizzazione percutanea e chirurgica sono rappresentati dall’estensione della patologia, l’interessamento multivasale e la possibilità di ottenere la rivascolarizzazione più completa possibile. La rivascolarizzazione percutanea può quindi diventare una strategia di default di fronte a pazienti con syntax score < 33 ed una complessità medio-bassa.

 

Stefano Tolone