CONTROVERSIA
CARDIOCHIRURGIA VS TAVI NELLA STENOSI AORTICA SEVERA

di Iside Cartella
Un confronto fra il punto di vista del cardiochirurgo e del cardiologo interventista in una delle controversie più attuali in cardiologia.

Cardiochirurgia mininvasiva vs TAVI, questo è il dilemma… e ovviamente stiamo parlando di stenosi aortica.

Il punto di vista del cardiochirurgo e del cardiologo interventista a confronto in questa stimolante sessione moderata dal Dott. Giampaolo Luzi.

È il cardiochirurgo, il Dott. Marco Di Eusanio, ad iniziare il duello, ricordando l’importante ruolo che la cardiochirurgia ricopre, in particolare per i pazienti giovani o in quelli più anziani ma con una buona aspettativa di vita. La durability infatti è uno dei punti forti a favore della chirurgia, che possiede a suo sostegno numerosi studi con follow-up molto lunghi, anche a più di 20 anni. La TAVI invece è una procedura ancora troppo giovane e anche nei più recenti studi, il follow-up non supera gli 8 anni. Questo aspetto è estremamente rilevante quando si discute del trattamento di pazienti giovani, in cui il rischio di redo va sempre considerato.

Ulteriori punti di forza della chirurgia sono la possibilità di trattare pazienti con anatomia sfavorevole per TAVI, la minor incidenza di leak perivalvolari, nonché di complicanze come l’occlusione coronarica o i blocchi avanzati che richiedono l’impianto di pacemaker. Le tecniche mininvasive offrono ottimi risultati, in particolare in termini di complicanze peri-procedurali e qualità del periodo post-operatorio.

Tuttavia, con molta sportività, il Dr. Di Eusanio afferma che dalla TAVI bisogna imparare, per elaborare approcci e tecniche chirurgiche sempre meno invasive.

“È preferibile la TAVI” il titolo della presentazione del dr. Francesco Saia, che ha il compito di controbattere all’alter ego cardiochirurgo. La presentazione inizia con un breve video per mostrare un esempio di procedura, che serve per ricordare alcuni dei punti forti della TAVI. La procedura è quanto più possibile mininvasiva e la puntura ecoguidata riduce significativamente le complicanze correlate agli accessi vascolari; il decorso post-operatorio è più breve, si può effettuare una precoce mobilizzazione del paziente e in centri esperti può essere effettuata a paziente sveglio, senza supporto anestesiologico in sala. Inoltre, numerosissime le evidenze cliniche a supporto, con una mole impressionante di trial e lavori.

Ma cosa ci dicono le linee guida? Ai due estremi le indicazioni sono ben precise: la TAVI è raccomandata per i pazienti di età superiore a 75 anni o non candidabili a chirurgia; la cardiochirurgia è indicata nei pazienti con età superiore a 75 anni e basso rischio operatorio. Per i pazienti che stanno in mezzo l’heart team ne fa da padrone e il confronto tra chirurghi e cardiologi è fondamentale per una valutazione globale del paziente e per decidere la strategia più corretta.

 

Iside Cartella