SIMPOSIO CLINICAL COMPETENCE IN ELETTROFISIOLOGIA

di Andrea Matteucci
Il ruolo dell’infermiere e dei tecnici di fisiopatologia nella gestione dei CIED in telemedicina e monitoraggio remoto. I modelli di gestione organizzativa in ambito elettrofisiologico dei pazienti con dispositivi cardiaci impiantabili: le grandi professionalità e qualità dietro gli infermieri e i tecnici di fisiopatologia.

La sessione di clinical competence in elettrofisiologia ha avuto come protagonisti infermieri e tecnici di fisiopatologia illustrare i modelli di gestione organizzativa in ambito elettrofisiologico dei pazienti con dispositivi cardiaci impiantabili (CIED).

I CIED sono un gruppo di device che compre pacemaker, defibrillatori e monitor cardiaci impiantabili per cui è presente anche la possibilità di monitoraggio in remoto a gestione infermieristica. Le prime trasmissioni di una traccia elettrocardiografica risalgono agli anni ‘70 in America, ma i moderni sistemi di monitoraggio che conosciamo oggi sono stati introdotti circa negli anni 2000. Inizialmente la tecnologia prevedeva l’interazione del paziente a cui spettava il compito dell’invio dei dati al medico, mentre negli ultimi anni la tendenza è quella di andare verso una tecnologia che liberi il paziente da questo, rendendo i dispositivi impiantabili totalmente automatici anche attraverso nuove tecnologie come quella bluetooth con la quale la connessione può avviene attraverso un’applicazione per i moderni smartphone. Altro punto nodale nella gestione del paziente da remoto ormai gestito automaticamente dai CIED riguarda la tecnologia alert based. In caso di eventi clinici meritevoli di approfondimento gli allarmi generati dal dispositivo sono automaticamente inviati all’infermiere o al tecnico di fisiopatologia di riferimento, il quale è in grado di effettuare uno screening iniziale e agire in autonomia sulla programmazione a distanza dei dispositivi o avviare in collaborazione con il personale medico sessioni di tele-visita per ottimizzare la terapia medica evitando futili accessi ospedalieri.

I vantaggi di questi sistemi sono ben documentati da diversi studi clinici, in termini di cost saving sia per il personale sanitario, il caregiver il paziente, e in termini di time saving perché permettono di lasciare il paziente a casa, riducendo i follow-up in presenza e rilevando in maniera precoce possibili malfunzionamenti di tipologia tecnica nonché di attenzionare eventuali segni predittivi di un peggioramento clinico dei pazienti. Per questo sono già disponibili sui moderni CIED sistemi basati sull’intelligenza artificiale in grado di migliorare ulteriormente il processo di screening da remoto e fornire dati via via più affidabili. Oltre la riduzione delle ospedalizzazioni i sistemi di telemedicina e controllo remoto hanno dimostrato anche ridurre la mortalità diventando dal 2015 (con le prime esperienze delle linee guida europee) ad oggi uno standard di cura raccomandato in classe I.

Le sfide a cui sono sottoposte le equipe di monitoraggio sono in continua evoluzione, e ciò è ancor più vero in un panorama come quello italiano in cui le regioni presentano evidenti disparità in merito di rimborso delle prestazioni per la gestione dei pazienti in remoto. In tal senso i carichi di lavoro vanno a ricadere sulle aziende ospedaliere che non riconoscendo questo “lavoro invisibile” e “tempo invisibile” impiegato spesso tendono a sottostimare il grande sforzo e la professionalità dei sanitari coinvolti, nonché la necessità di dedicare personale altamente qualificato a tali compiti essenziali a cui spetta il giusto riconoscimento per il lavoro svolto.

 

Andrea Matteucci anmco
Andrea Matteucci