Cardiostimolazione 2.0: uno sguardo alle nuove frontiere del progresso tecnologico

Stefania Angela Di Fusco
"Dal pacemaker leadless al telemonitoraggio il futuro non è poi così lontano: ecco cosa sapere per essere al passo nell’utilizzo dei dispositivi elettronici impiantabili"

Il continuo progresso tecnologico nel campo dei dispositivi elettronici impiantabili ha permesso un impressionante miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita di migliaia di pazienti. In questa seconda giornata di lavori congressuali, il simposio dedicato alle nuove frontiere in Cardiostimolazione fa il punto sulle ultime conquiste della ricerca tecnologica in questo settore, enfatizzando le applicazioni nella pratica clinica presente e futura. Il primo argomento affrontato è l’utilizzo del Defibrillatore sottocutaneo. Dopo circa trenta anni dal suo primo impiego e oltre 200.000 impianti l’anno, il defibrillatore impiantabile è innegabilmente un dispositivo utile nella prevenzione della morte improvvisa. Alla luce delle criticità correlate all’utilizzo di elettrocateteri transvenosi è stato messo appunto un sistema interamente sottocutaneo. L’efficacia e sicurezza di questo dispositivo è stata dimostrata in diversi studi e, sulla base di questi, recepita dalle ultime Linee Guida della Società Europea di Cardiologia dedicate alle aritmie ventricolari e prevenzione della morte improvvisa. Oggetto della discussione sono le possibili applicazioni ma anche i limiti di questa nuova metodica terapeutica: l’impossibilità di erogare una stimolazione anti-bradicardica ed anti-tachicardica e l’impossibilità di re-sincronizzazione. Altra novità straordinaria che viene affrontata nel corso di questo simposio sono i sistemi di stimolazione cardiaca privi di elettrocateteri intravenosi: i così detti “Pacemakers leadless”. Tra i vantaggi della tecnologia “senza fili” vi è l’assenza della tasca sottocutanea, essendo il generatore impiantato direttamente all’interno del ventricolo destro, e l’assenza di cateteri transvenosi a permanenza. Per stabilire il reale benefico di tali dispositivi e, quindi, per un loro uso routinario sono necessari ulteriori studi clinici su ampie casistiche e con un follow-up nel lungo termine. In effetti, sebbene l’introduzione di questi nuovi e sofisticati sistemi, che non comportano l’uso di elettrodi transvenosi, rappresenta una vera rivoluzione, il loro utilizzo su larga scala potrebbe richiede ulteriori progressi tecnologici. Altra innovazione molto interessante, esaminata nel corso di questo incontro, è la stimolazione multipoint nella resincronizzazione cardiaca. La stimolazione sinistra multi-sito può migliorare la sincronia elettro-meccanica interventricolare e viene discussa come possibile soluzione al problema dei “non responder” alla terapia elettrica resincronizzante. L’ultimo argomento affrontato è il tele-monitoraggio dei dispositivi impiantabili nella gestione dello scompenso cardiaco, con un’analisi di tutti i parametri che può essere utile monitorare a distanza nei pazienti scompensati.