SIMPOSIO
LA PREVENZIONE FARMACOLOGICA SECONDARIA DELL’INFARTO: UPDATE 2022 LE CERTEZZE

di Stefano Tolone
La terapia farmacologica nella prevenzione secondarie dell’infarto: dalle certezze alle nuove prospettive.

Il pomeriggio del 53° Congresso Nazionale ANMCO prosegue con la gestione della prevenzione farmacologica secondaria del paziente con infarto miocardico acuto alla luce di certezze e nuove prospettive future.

Il Dott. Uguccioni ci conduce inizialmente nella gestione delle diverse strategie antianginose sulla base di una distinzione di terapia di prima e di seconda linea. I betabloccanti e i Ca-antagonisti rivestono il ruolo di bastioni fra le scelte della prima linea, alla quale è possibile affiancare farmaci di seconda linea quali ivabradina, ranolazina, trimetazidina e nicorandil.

L’importanza di tale trattamento risiede nell’osservazione di outcome favorevoli nei pazienti con risoluzione dei sintomi anginosi. Le LG consigliano un approccio che preveda step progressivi con utilizzo di farmaci di prima linea e successiva implementazione con farmaci di seconda linea con scelte che dovrebbero essere condotte sulla base delle caratteristiche cliniche e sulle eventuali comorbilità presenti.

Il Dott.  Scotto di Uccio prosegue nella valutazione della gestione delle possibili strategie antitrombotiche che si fonda su un’ottimale valutazione del rischio Cardiovascolare residuo del paziente così da ottenere una riduzione degli eventi nel tempo. Tale valutazione si basa in maniera consistente sulla valutazione dell’evento acuto come anche di condizioni concomitanti quali tipo di rivascolarizzazione coronarica, presenza di importanti comorbilità come diabete mellito, scompenso cardiaco, insufficienza reale cronica e vasculopatia periferica. A quest’ultima in particolare va riservata una particolare attenzione, dal momento che la presenza di una patologia multidistrettuale impatta significativamente sulla ricorrenza di eventi. Le possibili strategie perseguibili sono quindi rappresentate da un prolungamento della DAPT oltre i 12 mesi o l’inizio di una Dual pathway inibition.

Il Dott. Colivicchi ribadisce l’importanza di una corretta strategia di prevenzione e gestione della terapia ipolipemizzante ricordandoci come la faretra del cardiologo sia riempita da tre frecce quali: statine, ezetimibe ed inibitori del PCSK9, tutte fondamentali per ottenere la significativa riduzione dei valori di LDL come ormai consigliato dalle ultime LG ESC. All’intensità della riduzione va affiancata anche la rapidità della stessa al fine di ottenere una maggiore riduzione degli eventi cardiovascolari, ottenibile non più con una terapia singola ma con un approccio combinato di terapia ipolipemizzante.

La sessione si conclude con l’interessante overview sulle nuove frontiere farmacologiche per la prevenzione secondaria condotta dal Dott. De Luca, sui possibili nuovi approcci terapeutici basati: sulla riduzione dell’infiammazione attraverso l’inibizione di IL-1 e IL-6, sull’utilizzo dei SGLT2i ed il possibile effetto benefico nei pazienti con IMA ad alto rischio di remodelling e scompenso cardiaco,  e le nuove molecole ipolipemizzanti in grado di agire su apoC III e Lpa associate ad elevato rischio di aterogenesi.

Stefano Tolone