SIMPOSIO
LA CARDIOPATIA ISCHEMICA.
TRIBUTE TO PROF. ATTILIO MASERI

di Martina Milani
Il tributo al Professor Attilio Maseri, “un gentleman della cardiologia italiana”.

In questa 53° edizione del Congresso ANMCO, non poteva mancare una sessione dedicata al Professor Attilio Maseri, scomparso lo scorso 3 settembre.

Presidente della Fondazione per il Tuo cuore dal 2008 al 2017 e grande sostenitore della ricerca in ANMCO, a lui dobbiamo intuizioni fondamentali, come il ruolo del vasospasmo e quello dell’infiammazione nella patologia aterosclerotica, concetti che hanno condizionato decenni di ricerca sulla cardiopatia ischemica.

Moderati dal Presidente ANMCO, Dottor Furio Colivicchi, e dal Dottor Michele Gulizia, i Dottori Aldo Pietro Maggioni e Giuseppe di Pasquale hanno ripercorso i punti salienti della produzione scientifica del grandissimo Professore.

“Andare controcorrente” è sicuramente la cifra identificativa di tutta la sua carriera. Tra le idee più innovative vanno ricordati il concetto di spasmo coronarico nella fisiopatologia della sindrome coronarica acuta (in un’epoca in cui il pensiero dominante, corretto, ma non valido per tutti, era quello della trombosi) e l’osservazione che le stenosi che precedono l’infarto non siano necessariamente severe (precorritrice del concetto di placca a rischio per composizione qualitativa).

Un’altra idea davvero visionaria è stata l’attenzione posta sugli outlier, le cosiddette “mucche viola” (come gli infarti a coronarie indenni e la coronaropatia multivasale che determina angina, ma mai eventi acuti). Maseri affermava infatti che “nelle principali sindromi cardiovascolari, insieme all’implementazione delle linee guida, è tempo di iniziare una ricerca sistematica sul motivo per cui alcuni soggetti ad alto rischio sono protetti, mentre altri a rischio basso presentano eventi cardiovascolari”.

Su questa scorta, sono stati definiti i Progetti GISSI Outliers, così chiamati per sottolineare la partecipazione della rete delle cardiologie italiane che aveva prodotto gli studi GISSI e la novità di studiare i malati che deviano dai comportamenti attesi per scoprire le cause della loro diversità ed adattare, di conseguenza, le cure.

Tra tutti, nel corso del simposio è stato ricordato lo studio CAPIRE (Coronary Atherosclerosis in outlier subjects: Protective and Individual Risk factor Evaluation) che ha valutato la relazione dei fattori di rischio convenzionali, il processo di aterosclerosi coronarica e la prognosi in popolazioni appunto outlier allo scopo di generare ipotesi in merito ai fattori protettivi e di suscettibilità individuali nei confronti dell’aterosclerosi coronarica e delle manifestazioni cliniche della cardiopatia ischemica.

Moltissimi lavori sono stati pubblicati a partire da questo studio, e, tra i risultati più interessanti ci sono quelli che supportano l’associazione tra biomarker infiammatori (come la proteina C reattiva ad alta sensibilità) e caratteristiche di elevato rischio alla TC coronarica. Inoltre, alcuni metaboliti specifici (glicina e serina) sono associati con la prevenzione della cardiopatia ischemica, mentre altri (come il glutatione) sono correlati a un incremento del rischio di progressione di malattia. Questa osservazione suggerisce l’esistenza di un profilo metabolico che, anche in assenza di fattori di rischio tradizionali, rende il paziente predisposto a sviluppare aterosclerosi.

Su European Heart Journal nei primi anni 2000, il Professor Maseri scriveva che la sfida del terzo millennio doveva essere quella di spostarsi da un trattamento standardizzato a uno personalizzato e di trovare strategie preventive, basate sull’eziologia delle malattie. Tale affermazione anticipa di 20 anni il concetto di personalizzazione delle cure, a cui forse solo ora ci si sta avvicinando, con i concetti di Medicina di Precisione, farmacogenetica e intelligenza artificiale applicata alla medicina cardiovascolare.

Martina Milani