SIMPOSIO INTEGRAZIONE MULTIDISCIPLINARE NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE CARDIOLOGICO: ESPERIENZE A CONFRONTO

di Giovanna Di Giannuario
La gestione integrata del paziente cardiopatico in abito riabilitativo si avvale del supporto di un team multidisciplinare che deve prevedere l’utilizzo dell’esercizio fisico come una terapia, il counseling psicologico e l’obiettivo di astensione assoluta dal fumo.

Nell’ultimo giorno del Congresso si è tenuto nella sala del Lavatoio un interessante simposio moderato dalla Dottoressa Barone e dal Dottor Carmine Riccio che ha avuto come centro della sessione la gestione integrata del paziente cardiopatico nell’ambito della riabilitazione cardiaca nei suoi aspetti pratici dall’esercizio fisico, alla valutazione psicologica e al counseling con adeguata terapia per l’astensione dal fumo.
L’esercizio fisico è importante e va considerato come una terapia farmacologica, sia in termini di recupero post-intervento e post ischemia cronica o scompenso, sia in termini di prevenzione delle malattie cardiovascolari.
L’esercizio fisico è caratterizzato da una attività fisica strutturata ripetitiva e che ha lo scopo di migliorare o mantenere uno o più componenti della fitness, e non è solo attività fisica, che rappresenta qualsiasi attività motoria che porta al dispendio energetico.
I principi fondamentali dell’esercizio sono descritti utilizzando il concetto di FITT (frequenza, intensità, tempo e tipo). Sono state poi illustrate le 3 fasi di programmazione nel paziente cardiopatico:

  1. mobilizzazione nel paziente con malattia cardiovascolare acuta,
  2. stabilizzazione della fase acuta e programma terapeutico,
  3. programmazione del mantenimento.

Nella seconda relazione si è parlato dell’influenza del tipo di carattere sul rischio cardiovascolare e le possibili strategie terapeutiche. La personalità di tipo A (persone aggressive, dedicate al raggiungimento di scopi grandi nelle quali raddoppia il rischio di avere malattie cardiovascolari) è una definizione oggi superata da personalità di tipo D.
È stato citato un articolo di Levin pubblicato su Circulation nel 2021, che dimostrava come fattori negativi quali depressione, ansietà, pessimismo, stress, stress lavoro correlato, isolamento sociale, pessimismo e rabbia, sono emozioni negative che rappresentano un fattore di rischio per malattie cardiache. Ciascuna emozione negativa è correlata ad un effetto diverso sul cuore. Le emozioni negative non devono essere considerate tutte uguali: più ansia e stress sono forti più l’effetto è forte, per effetto cumulativo.
Mentre sono fattori protettivi le emozioni positive, ottimismo, senso di avere uno scopo positivo, mindfulness, felicità, ottimismo, gratitudine.
Effetti biologici, biochimici delle emozioni sono mediate da catecolamine e endorfine, ma possono essere influenzati anche da effetti comportamentali (fumo, alcol, poca attività fisica, cattiva alimentazione).
Studi clinici hanno dimostrato che aggiungendo in ambito riabilitativo alcuni elementi fondamentali come la psicoeducazione del paziente, la presa in carico psicologica e il supporto al team di cura, il supporto al caregiver, alle cure standard migliora notevolmente il risultato terapeutico.
La terza e ultima relazione ha affrontato il vizio che rappresenta uno dei fattori di rischio cardiovascolari più importante: il tabagismo. Il tabagismo è un problema grave, ci sono circa un miliardo e trecento persone di fumatori in tutto il mondo, ed il fumo è la prima causa di malattia cardiovascolare e la malattia cardiovascolare prima causa di morte a livello mondiale. Il fumo è una tossicodipendenza, il paziente perde la capacità di controllo verso la sostanza, che diventa una necessità. Il paziente ricoverato per un infarto sa bene che deve smettere di fumare ed è disperato, noi dobbiamo dare quindi gli strumenti per smettere definitivamente.
L’ospedalizzazione è un momento favorevole per poter cessare il fumo. Si definisce interruzione totale del fumo se il paziente riesce a stare senza fumare per un anno, purtroppo al rientro a domicilio il 50% riprende a fumare per sindrome astinenziale/terapia farmacologica, stimoli condizionati, ambiente familiare e lavorativo sfavorevole, comorbilità stipsi/disturbi del sonno/disturbi del tono dell’umore. Esistono inoltre degli stimoli condizionati: fumare dopo il caffè, devo tornare a casa e accendo la sigaretta, ambiente familiare con conviventi fumatori, o conviventi fattore negativo, comorbilità come patologie psichiatriche e depressione.
Esistono delle terapie farmacologiche, come la terapia sostituiva nicotinica (cerotti, caramelle) con velocità di dismissione lenta, o bupropione e nortriptilina, vareniclina e citisina (agonista parziale che attiva il recettore nicotinico dell’acetilcolina).
È importante inoltre coltivare la motivazione come la libertà dalla dipendenza, dando degli obiettivi e dei possibili risultati.
Questa sessione ha trattato i tasselli fondamentali per la riabilitazione del paziente con malattia cardiovascolare che sono l’esercizio fisico, il profilo psicologico e la abitudine tabagica, portando i dati delle evidenze scientifiche più attuali e illustrando quelli che sono le evidenze scientifiche delle terapie più innovative.

 

Giovanna Di Giannuario ANMCO
Giovanna Di Giannuario