SIMPOSIO CONGIUNTO
ANMCO-ESC: NEW CHALLENGES FOR CARDIOLOGY COMMUNITY

di Nicolina Conti
Confronto aperto su approcci a tematiche stimolanti tra diverse realtà ed esperienze europee: quali sono le sfide più attuali per la comunità cardiologica? Ce lo raccontano i Colleghi in questo Simposio congiunto ESC-ANMCO.

Durante la prima giornata il Congresso ha ospitato la Società Europea di Cardiologia in questo simposio congiunto con argomento le nuove sfide per la comunità cardiologica.

I moderatori della Sessione – il dott. Furio Colivicchi, il Prof. Ciro Indolfi e il dott. Stefano Urbinati – ci hanno accompagnato attraverso gli argomenti di estrema attualità e rilevanza che sono stati trattati nelle tre presentazioni.

Degno di nota l’intervento del Presidente dell’ESC Stephan Archenbach, che ha aperto il simposio parlando del ruolo della tomografia computerizzata (TC) coronarica. Nelle linee guida 2019 sulle sindromi coronariche croniche l’esame  è raccomandato nei pazienti con bassa probabilità clinica. In tutti gli altri casi si suggerisce un test funzionale per ischemia oppure direttamente la coronarografia. Fondamentale è stato ciò che è emerso dall’ISCHEMIA trial, il cui messaggio è che se i sintomi possono essere controllati con la terapia medica è possibile usare un approccio inizialmente conservativo dato che la rivascolarizzazione sistematica non migliora l’outcome, assegnando un valore centrale alla TC coronarica .

La relazione si è conclusa sottolineando i problemi ancora aperti: come ottenere una buona qualità delle immagini per ridurre il problema dei falsi positivi? Come prevenirne   l’uso eccesivo in pazienti a rischio molto basso, considerato che non ne è mai stato dimostrato il valore come puro test screening? Qual è la percentuale di stenosi che richiede un trattamento? È più importante la quantità o la qualità della placca? L’età del paziente conta?

Il dott. Fabrizio Oliva è intervenuto per sottolineare l’importante possibilità di mettere in evidenza una CAD subclinica in pazienti asintomatici. Da validare la possibilità di eseguire scan seriati per valutare il successo terapeutico.

Dalla discussione è emerso il problema della discrepanza tra TC coronarica e coronarografia, che dipende da tecnologia disponibile ed esperienza degli operatori.

 

Il network europeo dello STEMI è stato l’argomento della trattazione del dott. Leonardo De Luca, che ci ha condotti attraverso un interessante viaggio storico a partire dall’iniziativa “stent for life” dei primi anni 2000, che aveva come target di efficienza la soglia di 600 pPCI annue per milione di abitanti all’anno. Nel corso degli anni in Italia è stata riorganizzata profondamente la rete nazionale a partire dall’identificazione di 6 aree poco virtuose di cui sono state analizzate le barriere da superare per l’ottimizzazione, in particolare la distanza dai centri con emodinamica 24h/24 e la trasmissione degli ECG dal territorio. Si è giunti quindi al 2020 dove i dati GISE mostravano il raggiungimento di un plateau con 90% dei pazienti che ricevevano pPCI. Nel periodo pandemico abbiamo assistito a una netta riduzione dei ricoveri per STEMI che purtroppo si è tradotta in un aumento della mortalità intraospedaliera di quasi 5 volte, sia in Italia che globalmente.

Le conclusioni del dott De Luca e la discussione successiva si sono trovate d’accordo nel sottolineare l’importanza della raccolta dei dati di registro a livello europeo per capire quali sono le necessità irrisolte e migliorare la qualità della rete, evidenziando come a livello italiano rivestono un ruolo fondamentale le singole realtà regionali.

 

Ultima, ma non certo per importanza dell’argomento trattato, la dott.ssa Barbara Casadei ha affrontato la spinosa questione del gender gap in cardiologia, un problema “tuttora non risolto”. Dalla esposizione è emerso come in campo lavorativo le differenze percepite tra uomini e donne non siano fisiologiche, ma culturali. Vi sono infatti enormi differenze nella quota di donne cardiologhe in Europa, con un gradiente che aumenta inversamente al salario del medico nel sistema sanitario considerato e forti influenze politiche. È stato affrontato il concetto del “glass cliff”, fenomeno per cui, in periodi di grave crisi o di recessione, è più probabile che venga scelta una donna in un ruolo dirigenziale essendo più difficile trovare uomini disponibili ad accollarsi il rischio di insuccesso. All’estremo opposto vi è il “glass ceiling index”, fenomeno per cui le posizioni organizzative dirigenziali sono visibili ma irraggiungibili per le donne.

La meritocrazia è funzione non solo del talento, ma anche delle opportunità che vengono offerte. Una survey ESC ha mostrato come le aspirazioni alla leadership siano sovrapponibili tra uomini e donne, ma solo il 45% delle donne è incoraggiato a perseguire queste opportunità, con una percentuale di burnout superiore che dipende dal livello di supporto istituzionale. Insomma, le buone intenzioni non sono sufficienti, ma per cambiare bisogna lavorare sulle istituzioni avere incentivi appropriati.

Dalla discussione è emerso come ci sia ancora molto da fare a livello italiano e un forte messaggio di speranza per le nuove generazioni.

Nicolina Conti