L’ipertensione arteriosa sistemica è uno dei principali fattori di rischio modificabili e correla fortemente con il rischio di sviluppare eventi cerebrovascolari e cardiovascolari. Nonostante l’ampia disponibilità di raccomandazioni e strumenti terapeutici il controllo dell’ipertensione arteriosa sistemica è a tutt’oggi largamente insoddisfacente con dati europei da cui emerge che solo 1 paziente iperteso su 3 raggiunge i target prefissati. Lo scopo del Simposio sarà un’analisi a 360° di questo tema con l’obiettivo di migliorare l’efficacia delle strategie terapeutiche.
L’ipertensione arteriosa sistemica è uno dei principali fattori di rischio modificabili che correla, peraltro, con il rischio di sviluppare eventi cerebrovascolari e cardiovascolari. Nonostante l’ampia disponibilità di raccomandazioni e strumenti terapeutici, il controllo dell’ipertensione arteriosa sistemica è a tutt’oggi largamente insoddisfacente con dati europei da cui emerge che solo 1 paziente iperteso su 3 raggiunge i target prefissati. È inoltre da sottolineare che l’ipertensione arteriosa, aumentando il rischio di ictus, infarto miocardico e scompenso (più del 10% ognuno per ogni aumento di 3 mmHg di pressione arteriosa sistolica), ha un impatto pesante sui costi del Sistema Sanitario Nazionale. Partendo da queste premesse ANMCO e ESC si incontrano per definire obiettivi terapeutici e strategie farmacologiche (e non) con particolare focus su alcuni scenari clinici chiave come ipertensione e malattia coronarica e ipertensione e fibrillazione atriale. Identificare gli obiettivi terapeutici appare un aspetto chiave del Simposio in quanto i valori desiderabili di pressione arteriosa < 140/90 mmHg, identificati come target per l’ottimizzazione della terapia farmacologica, potrebbero essere modificati in base alla tipologia di paziente, ad esempio nel paziente anziano dove la riduzione della pressione arteriosa dovrebbe essere raggiunta gradualmente e, comunque, potendo eventualmente “accontentarsi” di obiettivi meno stringenti. Nell’ottica di una terapia che non tenga conto solo del “numero” ma soprattutto del paziente nella sua complessità verrà trattato lo spinoso argomento della gestione dell’ipertensione arteriosa nei pazienti con malattia coronarica e la sua bivalenza, da una parte, infatti, valori di pressione arteriosa malcontrollati rappresentano un fattore di rischio forte per lo sviluppo della malattia coronarica, dall’altro gli studi disponibili non dimostrano che sia utile iniziare alcuna terapia per valori di pressione < 140/90 mmHg con la possibilità che possa esistere una “curva J” in particolare nei pazienti con severa malattia coronarica. Passando infine allo scenario clinico “ipertensione arteriosa sistemica e fibrillazione atriale”, particolarmente frequente nella pratica clinica, verrà sottolineato come l’ipertensione arteriosa costituisca uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di fibrillazione atriale la quale porta con sé un considerevole aumento del rischio di eventi cardiovascolari e mortalità (da 2 a 5 volte). Proprio in questa prospettiva un adeguato ed efficace trattamento dell’ipertensione può significativamente migliorare la prognosi. Nei pazienti ipertesi l’aumento delle dimensioni dell’atrio sinistro e della “massa” del ventricolo sinistro sono i due fattori di rischio indipendenti per l’insorgenza di fibrillazione atriale, pertanto un trattamento aggressivo dell’ipertensione in queste categorie di pazienti è mandatorio. Si può veramente affermare che il tema dell’ipertensione arteriosa verrà esplorato a 360° con l’obiettivo comune di aumentare la quota di pazienti che raggiungono il target terapeutico prefissato.