MY APPROACH TO
OTTIMIZZAZIONE DI PCI COMPLESSE: RUOLO DI IMAGING E VALUTAZIONE FUNZIONALE

di Iside Cartella
Un focus sulle strategie di trattamento guidate dall’utilizzo dell’imaging intracoronarico e dalla valutazione funzionale.

Come spingersi oltre la valutazione puramente angiografica sta diventando sempre di più un tema di grande interesse.

L’uso di strategie di rivascolarizzazione guidate dall’utilizzo dell’imaging intracoronarico e dalla valutazione funzionale è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni e diventerà a breve parte imprescindibile della valutazione del paziente con coronaropatia.

Questo il tema della sessione sulla ottimizzazione delle PCI (percutaneous coronary intervention) complesse moderata dal Dott. Federico Conrotto.

Si apre la sessione con le opportunità fornite dall’imaging intravascolare, con il Dott. Davide D’Andrea, che si è soffermato principalmente su IVUS (intravascular ultrasound) e OCT (optical coherence tomography), per concludere con le metodiche ancor più innovative quali la NIRS (near-infrared spectroscopy). Le attuali linee guida della Società Europea di Cardiologia sulla rivascolarizzazione percutanea raccomandano l’utilizzo dell’imaging intravascolare in classe IIa, tuttavia, i quesiti a cui sono in grado di rispondere queste metodiche sono molteplici e possono modificare significativamente le scelte terapeutiche dell’emodinamista. In particolare l’escalation di nuovi e più aggressivi device che ci permettono di trattare le lesioni complesse richiedono un’attenta valutazione pre-intervento, nonché una ottimizzazione post-trattamento per ottenere il massimo beneficio dalla procedura. Il Dott. D’Andrea ha sottolineato le differenze e i diversi utilizzi delle metodiche e con ottimo spirito critico ne ha evidenziato i fattori limitanti. Conclude con un messaggio su prospettive future auspicandosi che l’evidenza scientifica e la maggior familiarità degli operatori con le varie metodiche, nei prossimi anni possano essere fattori importanti per un significativo incremento delle PCI-imaging guided.

L’altra faccia della medaglia, la valutazione funzionale, è stato dal Dott. Gaetano Gioffrè. Protagonista della discussione la FFR (fractional flow reserve). Il razionale per l’utilizzo della valutazione funzionale deriva dalle limitazioni insite nell’angiografia coronarica, in primis la stima operatore-dipendente della stenosi che ne riduce l’accuratezza diagnostica. Il Dott. Gioffrè ha esordito sottolineando che sarebbe più corretto parlare di strategie di trattamento e non di rivascolarizzazione coronarica, poiché parte della valutazione di una lesione si basa sul beneficio della rivascolarizzazione. Tale decisione dovrebbe tener conto dell’impatto favorevole della riduzione degli interventi sulla prognosi del paziente e sul risparmio in termini di spesa sanitaria. In questo contesto, lo studio funzionale si propone come importante guida per le decisioni in caso di stenosi borderline, e ancor di più in assenza di una valutazione pre-coronarografia di ischemia miocardica correlate al territorio di distribuzione del vaso.

In conclusione, una sessione breve ma esaustiva con relatori di grande esperienza che hanno saputo sviscerare alcuni dei temi di maggior interesse nell’abito della cardiologia interventistica e della rivascolarizzazione coronarica con importanti spunti riflessivi di impatto clinico.

 

Iside Cartella

 

 

immagine di copertina: Bleiglass