Se guardiamo i dati sulla gestione e sopravvivenza della sindrome coronarica acuta degli ultimi 15-20 anni, tutti noi cardiologi siamo pervasi da uno spirito di grande soddisfazione che potrebbe arrivare in alcuni casi anche a forme di onnipotenza… In realtà basta valutare i dati della fase post dimissione, per capire che molto lavoro è ancora da fare, che il miglioramento della sopravvivenza se lo vogliamo, dobbiamo andarlo a cercare fuori dall’ospedale. È questo l’argomento di questo Minimaster sull’organizzazione dell’assistenza nella fase post-acuta delle sindromi coronariche, che partirà dal Documento di Consenso ANMCO – GICR/IACPR – GISE, per dare vita ad un momento di formazione importate su questo aspetto peculiare della nostra pratica clinica. Sarà su questo terreno, affascinante, ma per molti aspetti, ricco di contraddizioni, che si misureranno i nostri relatori. Partirà Massimo Uguccioni di Roma, che traccerà “l’identikit del paziente ad alto rischio”: identificare chi è ad elevato rischio di recidiva ischemica o di scompenso per dare a questi pazienti le cure necessarie evitando di arrivare al paradosso terapeutico: curare di più chi è a rischio più basso. Proseguirà poi Pompilio Massimo Faggiano di Brescia, che si occuperà del peso dell’aterosclerosi extra-coronarica: valutare infatti il paziente nella sua interezza sotto il profilo aterosclerotico è fondamentale per migliorare la prognosi. Ma quali sono gli esami e quali sono gli organi target da indagare? Verrà poi affrontato da Luciano Moretti di Ascoli Piceno, un tema, che da qualche tempo è diventato anche in Italia di indubbia attualità, mirare all’appropriatezza diagnostica: choosing wisely. Ed è proprio sullo scegliere saggiamente, che si gioca la sfida del futuro. Evitare esami inutili, terapie inappropriate, per cercare di utilizzare al meglio le risorse disponibili, non perdere tempo in prestazioni che non hanno dimostrato reale efficacia. Non è un tema facile, soprattutto nel nostro Sistema Sanitario, generatore di prestazioni, ma è su questo piano culturale che si gioca il reale cambiamento e la possibilità di garantire a tutti, in un sistema sostenibile ed universalistico, le prestazioni sanitarie. Infine Roberto Pedretti di Milano, ci parlerà dei percorsi differenziati in base al profilo di rischio e come mirare attraverso questi all’appropriatezza assistenziale. Un Minimaster che si preannuncia assolutamente interessante e ricco di spunti di riflessione e di take home message da utilizzare da lunedi nella nostra migliore, buona pratica clinica.