FOCUS
I MILLE VOLTI DEI SGLT2i: OLTRE IL DIABETE

di Stefano Tolone

Nella sala Polis sotto la guida dei moderatori Dott. Navazio e Dott. Gronda, si procede all’analisi di farmaci innovativi quali gli inibitori SGLT2 per il trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco a funzione sistolica ridotta, lievemente ridotta e preservata, e l’impatto sulla funzione renale.

Gli inibitori SGLT2 nascono primariamente per il trattamento del paziente diabetico ma ben presto si sono resi manifesti gli effetti positivi su outcome cardiovascolari, primo fra tutti la riduzione degli eventi di ospedalizzazione e miglioramento di scompenso cardiaco che hanno indotto all’analisi specifica in pazienti con scompenso cardiaco con frazione d’eiezione ridotta.

I due trial condotti, DAPA-HF ed EMPERORE Reduce, hanno confermato la capacità degli SGLT2i di ridurre gli Outcome primari di morte cardiovascolare e ospedalizzazione e peggioramento dello scompenso cardiaco sia nei pazienti diabetici che nei pazienti non diabetici. Tale outcome primario risulta trainato principalmente dalla riduzione degli eventi di scompenso cardiaco. Questi risultati hanno indotto una rapida introduzione di questi farmaci nelle nuove LG ESC con una classe di evidenza I, associato il tutto ad una modifica dell’algoritmo gestionale del trattamento farmacologico passando da una visione verticale con implementazione a gradini della terapia farmacologica ad una visione orizzontale con la comparsa di nuove colonne a sorreggere la gestione farmacologica del paziente con scompenso cardiaco a funzione sistolica ridotta.

Oltre a mostrare efficacia nei pazienti con forme di scompenso a ridotta funzione sistolica i dati del trial Emperor- preserved, condotto su pazienti con valori di FE>40%, hanno mostrato per gli SGLT2i, una capacità di riduzione dell’outcome composito primario mortalità cardiovascolare ed ospedalizzazione per scompenso cardiaco. Tale risultato permane sia nei pazienti con valori di frazione di eiezione compresa fra 40 e 50% che nei pazienti con valori di frazione di eiezione compresi fra 50 e 60%, con perdita dell’efficacia solo nelle fasce di FE>60%. Ancora irrisolta rimane la valutazione dei pazienti con forme di scompenso cardiaco con valori di FE improved a valori superiori al 40%.

La sessione siè conclusa  con l’analisi del profilo di sicurezza ed outcome renale che tanto preoccupa il Cardiologo nel momento dell’implementazione delle nuove terapie che impattano sui valori di filtrato glomerulare. Già in passato ci hanno abituato ACE-inibitori e sartani ad osservare una riduzione del filtrato glomerulare e gli SGLT2i non si discostano da tale dato, ma questa inziale declino del filtrato glomerulare è seguito da una progressiva stabilizzazione e nefroprotezione sulla lunga durata, legato ad una migliore modulazione dell’arteriola afferente ed efferente indotta dal maggior carico di sodio che raggiunge la macula densa e che comporta una riduzione della pressione di filtrazione glomerulare.

Stefano Tolone