INCONTRO CON L’ESPERTO
LONTANO DAGLI OCCHI, LONTANO DAL CUORE? TELEVISITA E TELEMONITORAGGIO PRIMA E DOPO LA PANDEMIA COVID-19

di Francesca Terzi

La prima relazione è quella della Dott.ssa Simonetta Scalvini “Indicazioni per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”. L’erogazione di ogni prestazione in telemedicina deve essere approvata tramite l’accordo stato-regioni. La regione Lombardia ha approvato la delibera per la televisita. La televisita segue le norme per il rimborso della normale visita, non può essere una prima visita ma una visita di controllo. Il teleconsulto medico si svolge tra gli specialisti, è importante soprattutto per Pazienti con polimorbilità. La teleconsulenza medico-sanitaria si differenzia dalle precedenti perché può essere asincrona. La teleassistenza viene svolta oltre che dal medico anche dal personale sanitario. Il telemonitoraggio è legato ai dispositivi. La teleriabilitazione è fondamentale dopo il ricovero, soprattutto per alcune tipologie di pazienti. Nelle linee guida la prosecuzione del monitoraggio domiciliare del Paziente con scompenso cardiaco dopo la dimissione è in classe prima, ha il fine di ridurre le reospedalizzazioni anche potenziando il “self-management”. Fondamentali per la telemedicina sono i supporti tecnologici ma lo è ancora di più il ruolo delle persone, dei medici e del personale sanitario.

Il Dott. David Mocini ha proseguito la sessione parlando di “Televisita e telemonitoraggio”.

Per televisita si intende un atto medico in cui il professionista interagisce a distanza in tempo reale anche con il supporto di un caregiver. Non può essere considerata in modo automatico sostitutiva della prima visita medica in presenza ed il medico è deputato a decidere in quali situazioni e in che misura la televisita può essere impiegata in favore del paziente. È da intendersi limitata alle attività di controllo di pazienti la cui diagnosi sia già stata formulata nel corso di visita in presenza; sono inoltre erogabili in televisita le prestazioni che non richiedano la completezza dell’esame obiettivo del paziente.

Le prestazioni che possono essere erogate sono di diverse tipologie.

Gli elementi standard per la prestazione sono: una rete di collegamento sempre disponibile tra medico e paziente, un portale web a cui i medici accedono con il proprio account per gestire i pazienti assegnati, login dei pazienti semplice che devono poter accedere al servizio con il proprio account con verifica dell’identità. Occorrono inoltre strumenti certificati (hardware e software) come dispositivi medici. Esistono numerose piattaforme utilizzabili e con modalità di accesso semplificate.

Il telemonitoraggio permette il rilevamento e la trasmissione a distanza di parametri vitali e clinici in modo continuo, per mezzo di sensori che interagiscono con il paziente (tecnologie biomediche con o senza parti applicate).

La Dott.ssa Maria Chiara Gatto ha concluso la sessione con la relazione “L’ambulatorio di telemedicina nell’organizzazione aziendale ed il ruolo del data manager”. Il 2020 con il COVID ha dato un grande slancio alla medicina digitale. La Salute digitale è il punto d’incontro tra tecnologie digitali e innovazione con il settore della salute personale, del benessere, dell’assistenza sanitaria. La “digital health” è telemedicina, ma comprende anche: il fascicolo sanitario elettronico, le app salute, la ricetta sanitaria elettronica, i digital therapeutic ed i sistemi di intelligenza artificiale. La telemedicina non rappresenta una specialità medica separata, ma è uno strumento che può essere utilizzato per estendere la pratica tradizionale oltre gli spazi fisici abituali. Si configura, nel quadro normativo generale, come una diversa modalità di erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie. Per poter esercitare attività di Telemedicina nelle varie discipline con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale, le strutture interessate (Centro erogatore), compatibilmente con la programmazione regionale, devono: essere accreditate dalla regione o dalle province autonome per la disciplina specialistica per la quale si intendono attivare singole prestazioni di Telemedicina e/o percorsi clinici assistenziali integrati con le attività di Telemedicina; attenersi al Documento per l’erogazione della singola prestazione in telemedicina e/o al Documento per l’erogazione del percorso clinico assistenziale integrato con le attività di Telemedicina, definiti dalla Regione; attenersi al Documento di definizione degli standard di servizio propri delle prestazioni di Telemedicina erogate definito dalla Regione, tenuto conto anche di standard definiti a livello nazionale; stipulare, se necessario, specifici accordi contrattuali con le Regioni/ASL per i servizi di Telemedicina. La telemedicina risulta trasversale a numerose attività cardiologiche come l’ambulatorio scompenso, quello aritmie o l’ambulatorio pace-maker. La gestione dei dati clinici è un processo critico, che porta alla generazione di dati di alta qualità, e affidabili. La presenza di personale specializzato nella raccolta sistematica di dati clinici da diverse fonti può rappresentare un notevole supporto nell’ambito sia scientifico sia medico-assistenziale. La gestione dei dati clinici garantisce la raccolta, l’integrazione e la disponibilità dei dati con qualità e costi adeguati. Il data manager è una figura emergente nell’ambito ospedaliero e della ricerca clinica già ampiamente diffusa nel mondo anglosassone. In Italia non è ancora ben definito e riconosciuto a livello istituzionale. Il data manager non è necessariamente un operatore specializzato nelle discipline scientifiche; è formato per svolgere un lavoro di gestione, amministrazione, coordinamento di processi clinici. Non gestisce solo dati e valori numerici, ma anche i processi e i rapporti interumani come i contatti medico-paziente. Nella telemedicina e nel processo di digitalizzazione delle prestazioni sanitarie il data manager diventa dunque la figura di riferimento per il paziente.

 

Francesca Terzi