Il supporto della telemedicina nella gestione dello scompenso cardiaco: impariamo ad usarla

Giulia Russo

La tecnologia deve entrare anche nella gestione del paziente con scompenso cardiaco, non per complicare la vita degli operatori e del paziente stesso, ma per aiutare nel monitoraggi i pazienti cronici ed anche critici in un approccio che deve rimanere integrato

In un mondo tecnologico dove il cellulare ci permette di connetterci con l’universo virtuale e di comunicare a distanza, dove la rete fa parte della nostra quotidianità, avevate qualche dubbio che primo o poi la tecnologia wireless/bluetooth non sarebbe entrata anche nella gestione del paziente con scompenso cardiaco cronico in modo da poterlo seguire a distanza ma nello stesso tempo ottenere informazioni preziose per modificare la terapia? Ebbene siamo arrivati al supporto della telemedicina che potrebbe portare a deospedalizzare i pazienti che sono più complessi. Il Simposio del 6 giugno sul “Supporto della telemedicina alla gestione dello scompenso cardiaco: impariamo ad usarla” ci guiderà a comprendere chi sia il paziente ideale a cui proporre il monitoraggio a domicilio e quali parametri funzionali saranno da monitorare. Nel paziente sottoposto a monitoraggio la rete familiare, sociale e sanitaria sono importanti nella promozione della compliance del paziente e dell’autocontrollo dei parametri che vanno monitorizzati. Fondamentale dovrebbe essere l’interazione ospedale – territorio che devono collaborare nei processi decisionali. E’ noto da revisioni sistematiche della letteratura che l’impatto gestionale della telemedicina nel paziente con scompenso cardiaco nella riduzione del 30-35% della mortalità e del 15-20% delle ospedalizzazioni. Già in uso in ambito elettrofisiologico, i controlli remoti dei device impiantabili che sono in grado di consentire un approccio globale al paziente con aritmie complesse, preziosi per la programmazione ottimale e le modificazioni della terapia antiaritmica, ma non vi sono al momento chiare evidenze sull’impatto clinico sull’utilizzo di device che vanno a monitorizzare dei parametri emodinamici. Certo è che, come la tecnologia nella vita odierna sta facendo passi da gigante ed è entrata impetuosamente nella nostra quotidianità, non si può non credere che nel futuro della gestione del paziente con scompenso cronico, in un sistema di risorse ormai quasi finite, la telemedicina non si affianchi al Cardiologo, all’Infermiere dell’ambulatorio scompenso e al Medico di Medicina Generale nel migliorare l’assistenza del paziente in carico. Vedremo se il simposio sarà nella stessa direzione di idee della sottoscritta! Vi raccomando di non perderlo, potrebbe darci delle news in anteprima…