Il ruolo oggi del “Giornale Italiano di Cardiologia”

di Giuseppe Di Pasquale
Editor Giornale Italiano di Cardiologia

Nell’affollato panorama delle riviste scientifiche, oggi di facile accesso attraverso il web, il “Giornale Italiano di Cardiologia” a 50 anni dalla nascita mantiene la sua identità distintiva di strumento di aggiornamento e comunicazione della comunità cardiologica nazionale.

Da quando nel 2017 ho ricevuto dall’ANMCO il privilegio della direzione scientifica del Giornale, da molti mi è stato sottolineato che il GIC non possiede l’impact factor. Va ricordato che due tentativi per la richiesta dell’impact factor avviati nel 2001 e nel 2018 con Thomson Reuters dagli Editor dell’epoca Attilio Maseri e Leonardo Bolognese non andarono a buon fine. La motivazione principale del diniego fu quella di una mancanza di internazionalità degli autori degli articoli e dei componenti del comitato editoriale.

È vero che il prestigio di una rivista scientifica viene valutato attraverso il punteggio dell’impact factor, ma esiste anche una qualità non bibliometrica misurabile attraverso l’impatto in termini di efficacia educazionale e di contributo per migliorare la pratica clinica. Il varo del Journal of Cardiovascular Medicine, avvenuto nel 2006 per volere di ANMCO e SIC e grazie al grande impegno di Gian Luigi Nicolosi, venne deciso proprio con lo scopo di offrire ai cardiologi italiani una rivista che aveva l’obiettivo di acquisire l’impact factor, cosa che di fatto avvenne nel 2009. Al “Giornale Italiano di Cardiologia” veniva assegnato un ruolo complementare e non competitivo rispetto al JCM, una mission diversa ma non meno importante. La mancanza dell’impact factor non sminuisce di certo il valore del GIC.

Nel sito del GIC è continuamente riportata la classifica dei 10 articoli più scaricati nell’ultimo mese, uno strumento particolarmente utile per l’Editor su come orientare la politica editoriale. Nei primi posti della classifica compaiono sempre documenti di consenso e position paper dell’ANMCO o intersocietari, traduzione e commenti alle linee guida ESC e rassegne sui temi emergenti della cardiologia. Nella Conferenza Nazionale del Club delle UTIC dello scorso febbraio ho potuto constatare con piacere che nella maggioranza delle presentazioni comparivano immagini e riferimenti di articoli pubblicati nel GIC. Mi sembra un ulteriore indicatore del gradimento e della fruibilità degli articoli pubblicati nel Giornale.

Dal 2017 ad oggi le sottomissioni di manoscritti al Giornale sono aumentate dell’80% e sta crescendo anche l’interesse dei giovani nei confronti del GIC. Dai protocolli di studio presentati dai giovani nei Workshop della ricerca Next Generation ANMCO sono gemmate sei rassegne di ottima qualità pubblicate nel Giornale. Le innovazioni editoriali introdotte negli ultimi anni dell’ECG del mese e dell’imaging integrato del mese sembrano riscuotere particolare interesse, in particolare tra i giovani. Dallo scorso anno il Giornale ha iniziato la penetrazione anche nei social media grazie al lavoro di un team di giovani cardiologi efficacemente coordinato da Stefania Di Fusco, componente del comitato editoriale. Sicuramente possono essere introdotte altre innovazioni per rendere il GIC ancora più appealing e a questo proposito di ogni suggerimento da parte dei lettori verrà tenuto il massimo conto.

Quando ho iniziato a fare il cardiologo all’inizio degli anni 80′ gli strumenti di aggiornamento erano pochi e per me sono stati in particolare il congresso nazionale ANMCO, il corso di Rovelli e il Giornale Italiano di Cardiologia. L’augurio è che ancora oggi che le opportunità formative sono numerose il GIC possa continuare a essere percepito come il “nostro” Giornale e la casa comune dei cardiologi italiani e anche come opportunità di “palestra” per i cardiologi più giovani.

 

Giuseppe Di Pasquale ANMCO
Giuseppe Di Pasquale