Esisterà ancora la Cardiologia?

Giulia Russo
I cardiologi incontrano i giornalisti e i Direttori Sanitari per discutere sulla nuova riforma nazionale sulla Cardiologia nel modello intensità di cure.  

La Main Session sul tema “Esisterà ancora la Cardiologia?” è stata un confronto aperto tra i relatori e il Presidente ANMCO e i giornalisti in sala proprio come una vera conferenza stampa

La Main Session “Esisterà ancora la Cardiologia?” è stata una sessione in cui la Cardiologia attuale e l’ANMCO hanno esposto le loro idee e proposte rispetto al nuovo regolamento sugli standard organizzativi in area cardiovascolare che vuole riorganizzare la Cardiologia esistente nel modello di “ospedali per acuti”. Presenziava la sessione Francesco Giorgino, conduttore del Tg1 insieme al Presidente ANMCO Michele Massimo Gulizia e al Dott. Giuseppe Di Pasquale.  Il Dott. Giovanni Gregorio ha illustrato la situazione della Cardiologia in Italia in questo momento: ci sono 1.459 Ospedali tra privati e pubblici che con la nuova riforma devono essere ridotti a 777. Per la Cardiologia ciò vuol dire che ci sono 360 posti letto in esubero ossia 581 strutture in più e 160 UTIC da eliminare. Accanto a questa proposta nasce il nuovo Documento dell’ANMCO che suggerisce la presenza di un Cardiologo negli ospedali di PS (che sarebbero privati di una Cardiologia) ed una riorganizzazione dei DEA di I e II livello, mentre il nuovo regolamento tenta di smantellare la rete della Cardiologia e riduce la Cardiologia esclusivamente a rete per l’infarto.  La Dott.ssa Valeria Rappini di CeRGAS Bocconi, ha illustrato il razionale dell’ospedale per intensità di cura, ovvero riorganizzare sulla base di tre punti fermi: l’efficienza e l’imperativo della produttività, la coerenza tra bisogno di salute e risposta assistenziale e  l’integrazione tra clinica, ricerca e didattica. L’ospedale per intensità di cure vuol dire: livello di cura richiesto dal caso conseguente a una valutazione di instabilità clinica (associata ad alterazioni dei parametri vitali) e di complessità assistenziale (medica e infermieristica), ma vuol dire anche separazione del percorso di emergenza/urgenza dal percorso programmato/di elezione.  Il Dott. Francesco Amico ha delineato il ruolo delle UTIC nate per la cura dell’infarto miocardico acuto, ma evolute nel tempo e diventate delle unità dove non si cura soltanto la sindrome coronarica acuta. L’unità coronarica non è una struttura superata, ma rappresenta una funzione della Cardiologia. La Dott.ssa Marina Davoli (Age.na.s.) ha portato il Piano Nazionale Esiti (PNE), uno strumento di valutazione a supporto del programma di auditing clinico ed organizzativo finalizzato al miglioramento dell’efficacia e dell’equità nel Servizio Sanitario Nazionale. Ha analizzato alcuni dati di alcune procedure (per esempio della PTCA primaria) e di mortalità per IMA in maniera critica sottolineando anche i limiti talora dei risultati per l’incompletezza dei dati stessi. Alle presentazioni è seguita una vera e propria conferenza stampa con alcuni giornalisti di testate che trattano di sanità, il Dott. Gulizia e i precedenti relatori, condotta da Francesco Giorgino. I temi caldi sono stati la nuova riforma, la proposta ANMCO di riorganizzazione delle Cardiologie e la possibilità di avere un dialogo con le istituzioni. Infine, è stato anche ribadito e sottolineato l’impegno dell’ANMCO nella campagna di prevenzione della morte improvvisa con la donazione di defibrillatori semiautomatici alla Polfer e l’istituzionalizzazione di Corsi BLS-D ai laici, che ha già dato dei significativi risultati, tra i quali la recente rianimazione di tre persone a opera della Polfer.