CORSO AVANZATO IMAGING INTEGRATO NELL’INSUFFICIENZA CARDIACA CRONICA

di Ilaria Garofani
L’imaging integrato: imprescindibile strumento per la guida del percorso diagnostico e terapeutico del paziente cardiopatico; le applicazioni principali nell’iter diagnostico terapeutico di cardiomiopatie, sindrome coronarica cronica, insufficienza cardiaca e valvulopatie.

I lavori mattutini dell’ultima giornata del Congresso si sono conclusi con il Corso Avanzato sull’Imaging integrato nell’insufficienza cardiaca cronica, tenutosi nella Sala Anfiteatro.
La prima parte della sessione, introdotta dal Professor Campana è stata incentrata sull’uso dell’imaging integrato in cardiologia. L’ecocardiografia gioca ancora un ruolo fondamentale per la diagnosi, la stratificazione del rischio e la valutazione della terapia nei pazienti con insufficienza cardiaca, come ha brillantemente dimostrato il Dottor Inciardi nella sua presentazione. Tale metodica, infatti, consente di valutare la frazione di eiezione (FE) del ventricolo sinistro, un parametro chiave nella classificazione dell’insufficienza cardiaca. La deformazione longitudinale delle fibre subendocardiche. tramite lo Speckle Tracking, permette di identificare precocemente la disfunzione ventricolare sinistra, anche quando la FE è ancora normale. La determinazione del GLS (Global Longitudinal Strain) ha invece un ruolo prognostico, essendo indicativo, quando ridotto, di un rischio aumentato d’insufficienza cardiaca. L’ecocardiografia è utile anche nel follow up, per monitorare la risposta alla terapia medica, permettendo di adattare i trattamenti in base ai cambiamenti nella funzione cardiaca. Infine, i parametri ecocardiografici possono aiutare a identificare i pazienti che beneficiano maggiormente della correzione percutanea della valvola mitrale.
Per quanto riguarda le metodiche di medicina nucleare, il puntuale intervento della Dottoressa Capitanio ha illustrato come queste possano essere utilizzate nella valutazione della perfusione e della vitalità miocardica, nella diagnosi e nel follow up delle cardiomiopatie infiammatorie, nell’iter diagnostico delle patologie infiltrative e nella valutazione dell’innervazione miocardica, che correla con una prognosi peggiore.
A completamento di questa sessione introduttiva, sono state illustrate le applicazioni di cardioRM e cardioTC, rispettivamente nella caratterizzazione del tessuto miocardio e nella valutazione della coronaropatia. Riguardo alla cardioTC, sono state presentate anche le sue applicazioni emergenti nella valutazione delle caratteristiche delle placche aterosclerotiche e nella caratterizzazione tissutale miocardica.
La seconda parte della sessione è stata dedicata all’applicazione dell’imaging integrato alla cardiopatia ischemica (CAD), alle cardiomiopatie e all’indicazione a resincronizzazione e rivascolarizzazione. Il primo intervento, condotto dalla Dottoressa Mantovani ha mostrato l’importanza dell’ecostress da sforzo, una metodica ancora estremamente competitiva, soprattutto nei cardiopatici ischemici noti. Questo esame è utile non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche prognostico, in quanto fornisce informazioni sullo stato funzionale del paziente. La TC coronarica è da preferire nei pazienti con sospetta CAD e un rischio intermedio-basso, per escludere la presenza di coronaropatia.
Riguardo alle cardiomiopatie, dall’approfondita presentazione della Dottoressa Carigi, emerge che l’integrazione delle metodiche di imaging è fondamentale per identificarne i vari fenotipi. L’ecocardiografia e la risonanza magnetica cardiaca (CMR) in particolare, sono imprescindibili per lo studio dei tratti morfologico-funzionali dei pazienti. La CMR è raccomandata per la valutazione iniziale di tutti i pazienti con sospetta cardiopatia e durante il follow-up. L’ecocardiogramma, incluso il GLS, è importante per identificare disfunzioni ventricolari in fenotipi ancora negativi. Tecniche come la CMR, l’ecocardiografia da stress, e le metodiche nucleari sono utilizzate in funzione delle specifiche cardiopatie per migliorare la precisione diagnostica e guidare le strategie terapeutiche.
Nei pazienti candidabili a CRT, il Dottor Masarone ha abilmente illustrato come la valutazione della dissincronia tramite analisi del GLS all’ecocardiogramma, fornisca informazioni rilevanti nel processo decisionale, soprattutto nei pazienti con QRS inferiore a 150 msec all’ECG.
L’ultima parte del corso avanzato si è focalizzata sull’applicazione dell’imaging alle terapie avanzate, con particolare attenzione al trattamento percutaneo delle valvulopatie e ai dispositivi di supporto meccanico al circolo (MCS). La Dottoressa Di Giannuario ha sottolineato l’importanza dei parametri ecocardiografici, nell’identificare il meccanismo alla base dell’insufficienza mitralica, nella guida alla scelta del trattamento migliore e nel definirne la fattibilità tecnica. Si è poi passati all’insufficienza tricuspidale, con l’intervento del Dottor Malvezzi. In questa patologia, l’ecocardiogramma ha un ruolo fondamentale nello studio dell’anatomia valvolare e delle camere destre, nel grading del rigurgito e nella scelta del tipo di trattamento percutaneo da utilizzare.
Chiude il densissimo corso, il Dottor Pergolini approfondendo i possibili utilizzi dell’ecografia nel confermare il corretto posizionamento e funzionamento dei MCS e nell’individuare le possibili complicanze.

 

Ilaria Garofani
Ilaria Garofani