MINI SIMPOSIO
COMORBIDITÀ NELLO SCOMPENSO CARDIACO: COME GESTIRLE SECONDO LE PIÙ RECENTI LINEE GUIDA

di Stefano Tolone

La terza ed ultima mattina del Congresso, moderata dal Dott. Gabrielli e dal Dott. Oliva, si apre con un Mini Simposio riguardante la gestione delle comorbidità nello scompenso cardiaco alla luce delle più recenti linee guida.

Il Dott. Marini parte dall’analisi dell’anemia e della carenza marziale, alla luce anche della loro importanza come sottolineato dalle ultime linee guida. La carenza marziale nel paziente con scompenso cardiaco riconosce diversi presupposti fisiopatologici correlati all’aumentato stato infiammatorio, ad una condizione di malassorbimento dovuto all’incrementato edema del tratto gastroenterico ed infine alle condizioni di malnutrizione. Gli studi e le metanalisi disponibili sono concordi su come la correzione dell’anemia attraverso l’utilizzo del ferro carbossimaltosio induca una riduzione degli episodi di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e della mortalità cardiovascolare.

La sessione prosegue con la Dott.ssa De Carlini che si occupa della malattia renale cronica, comorbidità molto importante nel paziente con scompenso cardiaco avendo rilevanti implicazioni prognostiche, e che spesso si associa alla presenza di iperpotassemia. L’insufficienza renale rappresenta la principale causa di undertreatment nei pazienti con scompenso cardiaco, alla luce anche del noto iniziale peggioramento della funzione renale osservato dopo l’inizio della terapia con antiRAAS. Tuttavia, tale iniziale peggioramento della funzione renale non dovrebbe rappresentare un deterrente al proseguimento della terapia dal momento che, anche in presenza di questo iniziale peggioramento della funzione renale permane un vantaggio in termini di riduzione di mortalità per tutte le cause. Se poi vengono presi in esame i dati di farmaci più recenti quali ARNI e SGLT2i appaiono evidenti gli effetti di nefroprotezione, associata ad una maggiore sopravvivenza nei pazienti con insufficienza renale cronica. A ciò si può aggiungere anche la capacità di questi nuovi farmaci di mantenere un profilo positivo verso l’iperpotassemia, che spesso ostacola la titolazione della terapia farmacologica, e che si può avvalere anche nella sua gestione di farmaci potassio binder, recentemente approvati, e che legando a livello gastrointestinale il K+ ne facilita l’eliminazione.

Scompenso cardiaco ed insufficienza renale sono spesso associati al diabete, e la relazione della Dott.ssa. De Gennaro, si focalizza su questa comorbidità che attraverso l’iperglicemia, l’insulina resistenza e l’iperinsulinemia favorisce ulteriormente lo sviluppo di scompenso cardiaco, raddoppiandone il rischio. In questa categoria di pazienti gli SGLT2i svolgono un ruolo importante oltre che in termini di trattamento ma anche di prevenzione, impattando sia sulle ospedalizzazioni che sugli outcome renali.

Infine, la sessione si conclude con la relazione del Dott. Sbarra inerente la BPCO, comorbidità con un importante ruolo prognostico, in particolare nelle forme di scompenso cardiaco a funzione sistolica preservata, spesso associata ad un sottoutilizzo della terapia betabloccante nonostante la robustezza dei dati riguardanti l’impatto in termini di riduzione della mortalità nei pazienti trattati con betabloccanti selettivi anche in presenza di BPCO.

 

Stefano Tolone